Gli ultimi due Consigli comunali hanno dimostrato che non c’è più la maggioranza . Ad uno è mancato il numero legale, all’altro si sono registrate le veementi critiche di tre consiglieri della maggioranza: Pippo Ponticelli, Lello Del Gaudio, De Lucia. Se unissero le firme con la minoranza sarebbero tredici consiglieri contrari all’amministrazione.
Lo sfascio dipende dalla inconsistenza politica di una coalizione messa insieme all’ultimo momento. Una paranza mista di ex consiglieri presenti con Monopoli ed ex consiglieri di tutte le precedenti consiliature. Se si legge la relazione prefettizia è evidente che quasi tutti rappresentano la conclamata continuità con le vecchie amministrazioni.
Ciò ha determinato il fallimento amministrativo ammesso dalla maggioranza e dallo stesso sindaco Falco, dopo tre anni arrivato in Aula ancora col carico di promesse: “Il Puc sarà partecipato, faremo l’accordo quadro per le gare, abbasseremo la Tari”.
I fatti però hanno dimostrato che in tre anni non hanno fatto nulla: “Non siamo riusciti nemmeno a mettere una panchina per gli anziani” ha dichiarato Pippo Ponticelli.
Non hanno fatto la gara per la raccolta dei rifiuti che è in proroga in spregio alle norme, non hanno appaltato la mensa scolastica pure in proroga, il personale è sottodimensionato, mentre le manutenzioni sono diventate un problema. Il Sindaco è stato costretto a togliere le deleghe all’assessore di Italia Viva, Carmine Peluso. Si è accorto dopo aver speso due milioni di euro in manutenzioni che mancava trasparenza ed oculatezza nella gestione del settore. E’ stato lo stesso primo cittadino a chiedere una commissione consiliare di inchiesta. Una boutade che non ha alcun fondamento giuridico, ma che palesa l’esigenza del Sindaco di scaricare il barile nel caso, remoto, che Prefettura, Anac e Procura volessero fare chiarezza.
Neppure Italia Viva ha contestato al Sindaco di aver tagliato le deleghe al proprio assessore. Nessuno dai banchi di “Italia viva” ha fiatato quando il sindaco ha proposto una inchiesta sulla gestione del settore manutenzioni e lavori pubblici.
Dunque la maggioranza si è sfasciata, ma la resa dei conti avrà il suo epilogo sulla votazione del bilancio. Il sindaco ha sfidato i dissidenti a sfiduciarlo in Aula. Lui è convinto che nessuno vuole lasciare la poltrona. La vulgata che passa di bocca in bocca nei banchi della maggioranza è “Tranquilli, non hanno le p…”.
Se avessero un minimo di dignità politica, i consiglieri di “Noi Campani” chiederebbero un serio riequilibrio in giunta. D’altronde i conti non tornano: i grillini con un solo consigliere hanno un assessore, la sinistra con un solo consigliere ha la Donesi in giunta, Italia Viva con quattro consiglieri ha il Presidente del Consiglio e due assessori eppure il Pd con tre consiglieri ha due assessori. Fino ad oggi, Noi Campani ha sempre chiesto un assessorato in più, oggi con gli stessi numeri del Pd ne ha uno in meno. I conti non tornano, a meno che il riequilibrio di Noi Campani non sia stato raggiunto diversamente, ma il rilancio dopo tre anni di fallimenti passa per una nuova giunta.
Se un esecutivo fallisce non vi è motivo per confermarlo.
Si tirerà a campare. Magari il Sindaco resterà un altro anno o forse due, ma il Consiglio Comunale continuerà ad essere terreno di scontro interno alla maggioranza con commissioni consiliari inutili che sprecano denaro pubblico in gettoni di presenza.
In questo clima non si può governare, per altro se le Istituzioni sovraordinate dovessero svegliarsi dal torpore, ben altro potrebbe essere l’esito dell’amministrazione.