Dopo lo scandalo emerso grazie al consigliere Emanuele Scuotto che si è dimesso dalle commissioni consiliari perché inutili “gettoniere”, il Sindaco di Caivano Enzo Falco ha scritto un’altra pagina grottesca della sua amministrazione. Tutti ricorderanno che il gruppo “Noi Campani” composto da Pippo Ponticelli, Lionelli e Mimmo Falco per votare il bilancio consuntivo costrinse il sindaco ad azzerare la giunta.
Nonostante Pippo Ponticelli avesse criticato l’operato della sua stessa amministrazione, in cambio dell’azzeramento votò il bilancio insieme al suo gruppo. Il consuntivò passò con tredici voti a favore grazie al voto del Sindaco. In pratica, Enzo Falco dovette constatare di non avere più una maggioranza: dodici consiglieri su 24 non votarono. All’indomani, Falco azzerò la giunta.
Oggi ha rinominato più o meno la stessa giunta, prima ha ottenuto il voto di Noi Campani, poi ha rinominato Mennillo, Donesi, Tonia Antonelli di Noi Campani e se fosse entrata in giunta pure Bervicato dei cinquestelle che però all’ultimo momento ha fatto marcia indietro per disposizione del partito. Fuori dalla giunta, per ora, è rimasto anche il Pd perché non c’è spazio per due assessori, le altre due poltrone sono state riempite da due tecnici che hanno già rapporti di consulenza con l’amministrazione.
Dopo aver detto che i tecnici non servono, il Sindaco ha nominato due tecnici in giunta di cui uno all’urbanistica. Insomma, tutto ed il suo contrario, confusione totale, mancanza di linea politica.
Il Sindaco si è preso gioco di “Noi Campani”, ha rinominato gli assessori a lui fedelissimi, tra questi la Donesi da sempre osteggiata da Pippo Ponticelli. Ancora una volta gli ex mastelliani escono con le ossa rotte e la dignità politica sottoterra. In un altro Comune, altri soggetti sarebbero già al protocollo per sfiduciare Sindaco e giunta.
Falco ha ridicolizzato “Noi campani”, nominando Tonia Antonelli che è corsa a prendersi la nomina di assessore. Il sindaco ha continuato a prenderli in giro trasformando Pasquale Mennillo da assessore politico a tecnico. Gli serve perché nessuno sa scrivere il bilancio.
Dopo le nomine, il Pd ha messo in scena la farsa. E rimasto fuori dalla giunta ed ha chiesto l’azzeramento totale tirando in ballo anche la Presidenza del Consiglio Comunale.
Il Pd ritiene che l’arbitro dell’Assemblea vada lottizzato come una poltrona qualunque. Resta fuori perché vuole l’azzeramento di tutti. Ma si tratta di una sceneggiata perché mai il nipote del sindaco Marcantonio Falco manderà a casa lo zio e mai l’altra consigliera Angela Sirico avrà la Presidenza del Consiglio.
Il sindaco sa bene che il Pd non conta nulla perché lui ha il controllo del gruppo consiliare: Angela Sirico e suo nipote stanno con lui, De Lucia viaggia da solo, Paolella per ora resta fuori dai giochi e non si capisce perché non prende le distanze da questi teatrini, lei che è una stimata professionista. Per ora, resterà fuori dalla giunta uno tra Arcangelo Della Rocca e Pierina Ariemma.
La richiesta dell’azzeramento del Presidente del Consiglio è inattuabile. Il Presidente non può essere revocato dal Sindaco, né sfiduciato dal Consiglio a meno che non commetta atti contrari alla Legge. Però mai sino ad oggi i democratici hanno manifestato perplessità rispetto all’operato del Presidente del Consiglio Francesco Emione. In pratica il PD mette in bilico una carica di garanzia solo perché ha perso una poltrona.
Ma Emione non si dimetterà, né può essere revocato o sfiduciato.
La battaglia del Pd contro Emione comincia ora perché tutti hanno capito che l’amministrazione è finita. Falco più che Sindaco è il curatore fallimentare.
Il Pd vuole far fuori Emione per non trovarselo candidato a Sindaco la prossima volta. D’altronde, il centrosinistra è competitivo solo se Emione resta, diversamente Falco avrebbe perso le elezioni comunali. Perciò vogliono indebolire Emione. Volevano mandarlo in giunta per esporlo al tiro al bersaglio della minoranza e caricargli la responsabilità dello sfascio e poi puntare su un altro nome. Stavolta, nemmeno Mimmo Semplice riuscirà a schiodare Emione dalla Presidenza del Consiglio e dalla leadership del centrosinistra.
C’è lo sfascio totale. Una giunta azzerata, una nuova giunta uguale alla vecchia, cinquestelle che, per ora, restano fuori, Pd che finge di non accettare la soluzione e che pensa alla lottizzazione della Presidenza del Consiglio e due tecnici che già hanno avuto rapporti di dipendenza e consulenza con l’amministrazione.
Sarebbe interessante capire dal consigliere grillino Giuliano se tutto questo fa parte del senso di responsabilità istituzionale che chiede ad altri.
Dunque, è tutti contro tutti, i problemi della città passano in secondo piano. Sarebbe il caso di mettere fine a questo disastro, ma a Caivano, la dignità politica è stata venduta al mercato nero.