Euro digitale e agenda verde sostenibili?

La legislazione dell’Unione Europea necessaria per sostenere un euro digitale, originariamente prevista per essere pubblicata al 28 giugno, è stata sospesa. Le motivazioni? Questione di privacy e
tecniche relative alla valuta digitale della banca centrale.
Ma anche, se non sappiamo, soprattutto ci auguriamo una dichiarazione dei ministri, delle finanze,
che mette in discussione la motivazione del piano.
La tempistica per il progetto di legge che dovrebbe essere pubblicato prima di una ferma
decisione della banca centrale europea, sull’opportunità di emettere la valuta in forma
digitale, è cambiata più volte. Ad un certo punto era prevista per maggio.
Buon segno significa che il progetto di schiavitù  del World Economic Forum sta incontrando
difficoltà.
La commissione non ha fornito una ragione per il ritardo, ne ha datato una nuova data
per la pubblicazione e queste sono altre ottime notizie.
I piani sono stati discussi anche dai ministri delle finanze della zona euro in una consueta riunione del giovedì. I ministri hanno sottolineato l’importanza di sviluppare una narrazione convincente e chiara su quale sarebbe il valore aggiunto di questo sviluppo in termini di differenza per l’economia
e la vita dei cittadini.

Euro digitale nessun vantaggio

E quindi a che scopo introdurre un euro digitale che il club di Davos vuole collegare all’id digitale?
Abbiamo già la possibilità di fare pagamenti elettronici con Bancomat, carte di credito
e molto altro. Non ci serve proprio un euro digitale. E allora è evidente la difficoltà giustificarne la sua introduzione. A meno che si dica chiaro e tondo che si vuole introdurre un sistema di controllo
sullo stampo cinese. Ma deve essere detto chiaro. Affinché tutti possano capire, non solo le persone più accorte e sagge come voi che leggete.

Ancora una  buona notizia

Altra buona notizia, legato testualmente, la Svezia ha appena inferto un duro colpo a
l’agenda climatica globalista annullando i suoi obiettivi d’energia verde.
In una dichiarazione che annunciava la nuova politica nel Parlamento Svedese, il ministro
delle finanze, Karin Elizabeth Svantesson, ha avvertito che la nazione scandinava
ha bisogno di un sistema energetico stabile.
Svantesson, ha affermato che l’energia eolica e quella solare sono troppo instabili
per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale.
I paesi vengono spinti verso l’energia rinnovabile per aggiungere gli obiettivi dell’agenda verde
del World Economic Forum.

L’agenda verde del World Economic Forum è stata fortemente promossa dalle nazioni
unite, dall’organizzazione mondiale della sanità, dall’accordo sul clima di Parigi, dalla
banca mondiale e dall’amministrazione del Presidente Democratico Joe Biden.
Il gruppo di campagna ambientale Net Zero Watch ha colto con favore la mossa.
Il gruppo sostiene che la decisione svedese è un passo importante nella giusta direzione,
riconoscendo implicitamente la bassa qualità dell’eolico e del solare instabili e fa parte
di un crollo generale della fiducia nell’agenda dell’energia rinnovabili sperimentata
nei paesi nordici e in Germania.
In Svantesson ha anche inviato un monito alle altre nazioni occidentali che stanno spingendo
ciecamente per soddisfare i requisiti energetici dell’agenda verde del World Economic Forum.
In sostanziali economie industrializzate solo un passaggio del gas al nucleare è praticabile
per rimanere industrializzati e competitivi a osservato Svantesson.

Dichiarazione di Constable

Il Dr. John Constable, energi director di Net Zero Watch, ha affermato che gli svedesi
desiderano radicare la propria economia su una fonte di energia il nucleare che sia fisicamente
solida e sicura a differenza delle energie rinnovabili che non lo sono.
Spiega:
Altri governi mondiali stanno continuando a vivere in una fantasia su un raggiungimento degli
obiettivi dell’agenda verde, a giunto Constable. Ma stiamo arrivando alla fine del sogno verde. Sì, esatto, pura fantasia, quello del 100% di rinnovabili. E con dice Constable, stiamo arrivando alla fine del sogno verde. Questa è la buona notizia.
Allora altri paesi, seguendo l’esempio svedese, potranno dire no al fallimentare piano del
World Economic Forum, tornando a mettere al centro di tutto gli interessi dei popoli e
non del club elitario di Davos.
Sì, sbagliando, si appoggiarsi la dove è necessario nuovamente alle fonti fossili o ad altre fonti realisticamente disponibili. È giunto al momento che ogni nazione valuti ciò che meglio per i propri cittadini, secondo le proprie possibilità.
Siamo stufi della stessa medicina per ogni persona malata o sana che sia. Teniamoci stretto il denaro contante e i beni reali, altro che euro digitale. Sempre più persone si stanno svegliando dal mondo dei sogni, rendendosi conto che le politiche globaliste, in poste dalle bit, portano verso il grande reset, al quale diciamo un categorico, resettatevi voi.

 

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