Fango su Mazza, letame su chi lo difende. Scenda in campo la comunità per bene, per salvare Cardito

Una montagna di merda come la mafia. Negli ultimi giorni, il dibattito pseudo politico si è infiammato perché talune componenti dell’opposizione hanno inteso infangare Marco Mazza solo perchè la maggioranza ha votato per la “pace fiscale comunale”, cioè il blocco dei pignoramenti. Si è scatenata la canea contro il consigliere Mazza che ha permesso, con la sua presenza in Aula, di fare approvare una norma “salva poveri”.

Secondo gli altri consiglieri di opposizione che fomentano veri e propri agguati mediatici, Mazza sarebbe dovuto uscire dall’Aula per far mancare il numero legale. È questo il massimo che taluni consiglieri di opposizione, sanno fare: assentarsi; non dibattere sul provvedimento, non rappresentare una visione alternativa. Nessuna tesi opposta: assenza dall’Aula e fango su chi ha una visione diversa.

In questi ultimi anni, sono stati pignorati centinaia di conti a cittadini che non hanno pagato, in tempo, i tributi locali.

Con la “pace fiscale comunale”, i cittadini potranno rateizzare il debito, pagare pochi interessi, e bloccare i pignoramenti. Questa norma di buon senso, ha scatenato gli spargitori di fango su Marco Mazza. Naturalmente questo giornale ha messo in evidenza le contraddizioni dei mandanti degli attacchi. Ma si è alzato altro letame: insulti, parolacce, menzogne, infamie. È un antico metodo: se sui contenuti perdi, insulta il tuo interlocutore. 

D’altronde quando si scriveva del cemento e del sistema affaristico, la risposta era l’insulto e l’aggressione ai limiti della violenza.

Questo modo di agire è tipicamente mafioso. La tecnica è quella di costringere le persone libere, per bene e disinteressate a non immischiarsi. Chi si mette in mezzo deve essere costretto a ritirarsi con insulti e fango. Una tecnica che rende impraticabile il dibattito politico, l’analisi sui contenuti, la partecipazione delle nuove generazioni e delle persone operose. Nessuno con un lavoro, una dignità, un minimo di rispetto, un’educazione anche familiare, un pò di cultura ed istruzione,  può vincere la battaglia del fango con i professionisti dell’insulto. 

Invero, si potrebbe scendere nel loro fango e ribattere punto su punto, si potrebbe evidenziare la “disperazione” e la dannazione delle vite reiette di quanti adoperano il letame come metodo politico. Ma non servirebbe a nulla.

Imbarbarire il dibattito non aiuta la crescita democratica di una comunità, sputare in faccia l’avversario non fa prendere più voti. E poi chi oggi insulta Mazza ed i suoi amici, ha governato negli ultimi venti anni, non vedendo nulla: cementificazione, sperpero di denaro pubblico, mortificazione delle istituzioni.  Chi infanga ha paura di un nuovo corso, non ha un progetto politico e manca di credibilità.

Ha solo il letame. E lo usa.

È per questo che Marco Mazza continua per la sua strada, non risponde al fango col fango. Anzi rilancia una serie di iniziative per settembre.

Le persone per bene non possono accettare che torni la barbarie.

Le persone per bene non devono voltarsi, non per difendere Mazza, ma la comunità carditese.

Mazza si salva da solo: la città lo conosce e conosce bene i suoi detrattori.

Le elezioni sono lontane, ma il dibattito si è già polarizzato: con le persone per bene o nel letamaio.

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