La matematica non è un’opinione: sei birre non sono 9 birre, anche se te le scoli tutte le sere. È impossibile che sei bottiglie vuote diventino nove piene. Perciò sei consiglieri comunali non possono diventare nove, quindi il sindaco di Cardito resta saldamente al suo posto. La minoranza conta sette consiglieri e Marco Mazza non unirà la sua firma a Forza Italia ed ai leghisti (ex barriani). Sono sei, non bastano nemmeno per fare i nanetti di Biancaneve.
Mazza sa bene che dietro la falsa sfiducia non c’è nulla. La rottura non è fondata su motivi programmatici: pretese e rancori personali. Dopo 13 anni insieme, 4 consiglieri hanno fatto outing e si sono accorti di essere di Forza Italia. D’altronde sono stati con tutti anche con Peppe Barra ai bei tempi delle colate di cemento. Sono quelli che in Consiglio chiesero a Cirillo di riavere i 2 assessori per restare in maggioranza.
Forza Italia voleva 2 poltrone dal capo del PD per governare col centrosinistra. Il sindaco li buttò fuori.
Il nuovo fronte di rottura è la “pace fiscale”. A Roma, Forza Italia vota la pace fiscale, a Cardito insulta chi è favorevole. Meno tasse per tutti? No. Forza Italia a Cardito vuole più pignoramenti per tutti.
Anche i leghisti (ex barriani) hanno banchettato con Cirillo prima e durante il suo governo. Nessuno a Cardito può dirsi alternativo
Mandare a casa un sindaco eletto tre volte e fare arrivare il commissario sarebbe da irresponsabili.
Il Sindaco di Cardito è anche vice sindaco della città metropolitana. Un grande prestigio per la città.
Leghisti (ex barriani) e azzurri (ex cirilliani) non hanno un’alternativa politico programmatica.
Senza prospettive, la possibilità di una sfiducia è concreta come una fialetta puzzolente. La flatulenza dura alcuni secondi, come il ghigno dell’idiota che l’ha lanciata
Dietro questo delirio agostano non c’è Peppe Barra che è contrario agli scioglimenti anticipati. Era contrario anche quando i suoi subalterni mandarono a casa Cirillo. Era una follia tant’è che sciolsero l’amministrazione Cirillo per candidarsi con Cirillo. I barriani non hanno mai avuto un’alternativa a Barra. E per l’ex sindaco sono ormai una zavorra, anzi lo hanno persino frenato nella corsa al seggio regionale.
Gli ex cirilliani passati in Forza Italia non hanno nessuna voglia di sciogliere e tornare a Carditello con la responsabilità di aver tradito il sindaco più amato degli ultimi anni. Rischiano una sonora mazzolata
Nemmeno Azione del consigliere Sorriso e del dott. Ferdinando Fusco può assecondare i deliri degli ex alleati di Cirillo. A meno che non vogliano esporre di nuovo il paese alle scorribande dei mongoli.
Insultare Marco Mazza dunque non servirà a nulla, nè a farlo dimettere, nè a farlo entrare in maggioranza, nè ad intimorirlo. Anzi Mazza può permettersi di attendere la fine naturale della consiliatura mentre i suoi detrattori ammuffiranno in Consiglio e fuori.
E poi sul piano della competenza è indiscutibile che Mazza li attacca dietro alla panda e li porta al “Frullone”. Sul piano della credibilità non c’è paragone.
La caparbietà di Mazza e la coerenza che ha sempre mostrato lo rende, per ora, unico collante credibile per il dopo Cirillo. Quindi se sciolgono, gli regalano la fascia tricolore. Furbi.