Altro che “passerelle”: ritorna lo Stato. Governo e Forze dell’Ordine in campo. Il Governo rispetta gli impegni.

Passerella. Così veniva etichettata dalla sinistra locale e nazionale, l’arrivo del Presidente del Consiglio a Caivano, all’indomani delle notizie sullo stupro di due bambine. Invitata da Don Maurizio Patriciello, la Presidente Meloni venne nel Parco Verde accolta per lo più dallo scetticismo generale perché da queste parti lo Stato manca da tempo.

Con il Governo sono arrivate le telecamere ed i giornalisti di tutte le televisioni del mondo. Su Caivano è stato acceso un riflettore. Ma soprattutto sono arrivati carabinieri, poliziotti e finanzieri. In un mese, dal trenta agosto scorso, i quartieri del Bronx e del Parco Verde sono stati oggetto di  due blitz interforze.  Centinaia di agenti per strada, perquisizioni sequestri, sanzioni ed arresti.

Sulla scia di  Caivano sono stati eseguiti blitz interforze anche nei quartieri di Palermo, di Napoli, nelle Salicelle di Afragola, nel quartiere Tor Bella Monaca. La settimana scorsa una vasta operazione della Polizia ha operato numerose perquisizioni. Il Governo stringe d’assedio la delinquenza. A Caivano, carabinieri e polizia pattugliano il territorio ventiquattro ore su ventiquattro. Hanno arrestato i presunti stupratori delle bambine e sono stati catturati altri spacciatori anche nel centro città.

Altro che passerella. Caivano dimostra quanto sia indispensabile la presenza assidua delle Forze dell’Ordine, eppure la sinistra ha avuto il coraggio di criticare il blitz.

Vergognatevi” gli ha gridato Don Maurizio Patriciello. “Serve tutto – ha dichiarato il Parroco – gli assistenti sociali, psicologi, maestri di strada, ma ora servono le forze dell’Ordine

Il Governo ha varato il Decreto denominato “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale” che la stampa ha chiamato “Decreto Caivano”. Eppure qualcuno ha criticato, senza capire nemmeno che il Decreto si chiama diversamente.

Sono stati stanziati trenta milioni di euro per Caivano ed è stato nominato un commissario per la riqualificazione. Appena arrivato, Fabio Ciciliano, esperto nella gestione delle emergenze, ha preso un ufficio nello stabile  comunale adibito al settore dei servizi sociali. Da pochi giorni, sono cominciati pure i lavori nel centro “Delphinia”  abbandonato  da oltre un decennio all’incuria ed invaso da  drogati. I  militari  dell’esercito italiano stanno eseguendo i primi lavori di bonifica. Dopo la rimozione di materiale biologico, degli inerti e la disinfezione, saranno sistemate le aree verdi circostanti. Il Governo pensa di restituire il centro sportivo entro maggio del 2024.

Nella storia di Caivano, mai si era visto tanto attivismo da parte dello Stato, nonostante il gran lavoro fatto dalla locale tenenza dei carabinieri. Ma il clima adesso appare diverso. La maggioranza dei cittadini di Caivano vuole vedere gli agenti per strada ed il Governo sul territorio. Negli ultimi giorni, a Caivano sono arrivati oltre alla storica visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Interno Piantedosi, il ministro della Pubblica Istruzione Valditara, il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, Maria de Luzenberger Milnernsheim, il procuratore generale di Napoli Luigi Riello il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. Non sono mancati i vertici delle Forze dell’Ordine oltre a molti parlamentari del territorio, la sottosegretaria Pina Castiello, i deputati Michele Schiano di Visconti, Francesco Emilio Borrelli e tanti altri.

Tutte queste autorità hanno incontrato il Commissario straordinario del Comune di Caivano, Gianfranco Tomao che governerà la città sino alle prossime elezioni perché l’ex sindaco di sinistra ha visto la sua maggioranza andare in pezzi dopo meno di tre anni. La politica locale da queste parti non riesce a mantenere in piedi un’amministrazione. La stessa classe dirigente governa da trent’anni intervallata dai  commissari. Quindi anche la cittadinanza non è del tutto esente da responsabilità.  L’importante ora è il ritorno dello Stato.

Speriamo che non se ne vada un’altra volta.

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