Isole felici dell’area metropolitana. Bacoli e il “modello free”. Incontro con il sindaco Josi Della Ragione

BACOLI: Abbiamo incontrato il Sindaco di Bacoli Josi Della Ragione. Un sindaco del “fare” apprezzato dai suoi concittadini e vincente sui partiti.

La festa del grano e i maestri della paglia; il primo asilo nido a Bacoli, il premio Angelo Vassallo, la rivalutazione di siti archeologici; Bacoli che mantiene aperte le scuole dopo il terremoto, grazie alla messa in sicurezza dei plessi scolastici. Il modello “Free” un esempio da seguire nel sud che arranca o destinato a funzionare solo in piccole realtà?

Sono tante le iniziative che stiamo portando avanti. Certamente importante la sinergia con il comune di Foglianise con la riproduzione della Casina Vanvitelliana, ma l’onore di aver ricevuto il premio Angelo Vassallo che rappresenta una sorta di “Champions League” dei sindaci è stato gratificante. Angelo ha rappresentato un punto di riferimento per gli amministratori comunali. Un riconoscimento per la dedizione al territorio. Grande emozione averlo ricevuto dal sindaco di Pollica e dalla moglie di Angelo. L’aver mantenuto le scuole aperte è stato un segnale di normalità oltre al fatto che abbiamo speso milioni di euro per la messa in sicurezza dei plessi rendendoli antisismici. Sarebbe stato un controsenso chiuderle alle prime scosse. Il modello “free” ha funzionato e credo che possa funzionare ovunque. Non credo possa essere interpretato come “modello”, ma come punto di riferimento per stimolare tante realtà che già esistono sui territori, attraverso il civismo a formulare proposte e non solo proteste. Resto convinto che la cittadinanza possa produrre azioni di buon governo. Credo che il modello “free” sia replicabile, non solo nelle piccole e medie realtà.

Nell’area metropolitana di Napoli, la criminalità rappresenta una zavorra, non solo per lo sviluppo economico;  ritiene efficace la linea politica adottata del Governo con i blitz oppure sposa lo scetticismo di molti suoi colleghi che accusano la Meloni di fare passerelle?

Episodi come il caso Caivano o di giovani napoletani ammazzati per futili motivi, pongono un punto di domanda. Sicuramente è necessario aumentare i controlli con una forte azione repressiva, innanzitutto per rassicurare la comunità con il fermo di chi delinque. Questo non deve accadere solo dopo le tragedie, ma sempre, soprattutto con una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine. A questo deve accompagnarsi una azione di prevenzione culturale di media e lunga gittata. E’ di tutta evidenza che dopo un periodo di detenzione, un soggetto che abbia commesso un crimine, tornato in libertà, trova lo stesso contesto sociale e può tornare a delinquere. Allora va affiancata una energica azione culturale in cui si propone lo sport, l’arte e tutto quello che possa stimolare all’apprezzamento di tanti altri aspetti del quotidiano con l’intento di far allontanare soggetti a rischio dal mondo del crimine. Palestre, teatri, auditorium dove poter tenere incontri. Solo in questo modo potremo affrontare e risolvere il problema”.

Il “nostro petrolio” è il turismo, e l’area flegrea in quanto ad arte, cultura, storia e paesaggio può sicuramente competere con l’area stabiese, Ercolano e la stessa Pompei; quali le strategie da seguire per rendere agevole e funzionale l’indotto?

“Riteniamo che il turismo culturale attraverso uno sviluppo sostenibile sia l’unica strada che il nostro territorio possa perseguire, e noi la stiamo perseguendo con ottimi risultati. Bacoli, non a caso, è piena di turisti, soprattutto stranieri. Non puntiamo ad essere alternativi ad Ercolano o Pompei, ma integrativi. Nella misura in cui ritengo che decide di visitare Pompei, uno dei luoghi più famosi al mondo, possa decidere di visitare i Campi Flegrei completando l’iter culturale. Ricordo che Bacoli su 13 chilometri quadrati conta almeno venti  siti  culturali di grandissimo interesse e di ogni epoca. Dall’antica Roma agli Angioini fino ai Borbone. Siti ai quali si aggiunge “Baia sommersa”. Parliamo quindi di una delle città con densità archeologica maggiore al mondo. Venire qui significa immergersi in tanti strati della storia. Stiamo perseguendo questa strada con l’apertura di altri siti culturali, un potenziamento del trasporto, una ottimizzazione dei posti letto che sono triplicati negli ultimi tre anni a Bacoli. E i risultati sono evidenti”.

Una piaga dell’area metropolitana, è l’abusivismo edilizio. Chilometri di territorio devastati da colate di cemento e manufatti che lievitano come panettoni attraverso il meccanismo dell’abbattimento e ricostruzione. Ciò accade nei comuni dove c’è un calo demografico, mentre in altri dove c’è emergenza abitativa danno vita al disagio sociale, ma nessuno parla di edilizia economica e popolare. Bene comune contro speculazione. Quali le Sue proposte sulla questione?

L’abusivismo edilizio ha rappresentato una grave piaga per la nostra comunità fin dagli anni 80. Un abusivismo che è stato non solo invasivo e devastante per il territorio, ma anche incontrollato per l’assenza di piani regolatori. Basti pensare che l’ultima volta in cui è stato approvato un piano regolatore generale a Bacoli era il 1976. (Piano realizzato addirittura nel 1970). La nostra azione è duplice. Da un lato la repressione degli abusi, ricordo che Bacoli è uno dei pochi comuni in Italia dove si abbattono capannoni e manufatti abusivi in spiaggia e sugli arenili restituendo spazi pubblici ai cittadini. Fatta con fondi comunali. Dall’altro agiamo con la programmazione. Siamo ad un passo dall’approvare il Piano Regolatore (P.U.C.) della nostra città dopo 50 anni. Di qui a qualche mese, lo porteremo in Consiglio Comunale. Un piano urbanistico che punta molto sulla tutela del territorio, senza dimenticare l’esigenza abitativa. Saranno infatti realizzati una decina di nuovi alloggi popolari proprio nel cuore della città, in un’area trascurata dove abbiamo recuperato tutte le strutture esistenti e dove sorgeranno tutti quegli spazi di aggregazione come i campetti di basket. Faremo si che luoghi di degrado diventino oasi in una città a misura d’uomo.

Domanda delle “Cento pistole”: ormai è inevitabile la scissione in seno al PD bacolese. E sembra avvenire proprio “a causa Sua” i cosiddetti “cuperliani” avrebbero già fatto fagotto. Il modello “free” fagocita una sinistra logora e vetusta? Se si, il modello di riferimento sarà Elly Schlein?

Mah! Diciamo che i problemi della città mi assorbono così tanto da non darmi il tempo, e neanche la voglia di analizzare le scissioni dei partiti. E’ evidente che da diversi anni i partiti sono lontani dalla realtà. Si sperticano in beghe interne che non appassionano il territorio e non interessano a nessuno. I partiti utilizzano schemi del passato in una realtà che è completamente mutata. Detto ciò, se per “sinistra” s’intende quell’azione capace di aiutare la gente, i più deboli, di difendere il territorio, sicuramente il movimento “free” punta su questi obiettivi. Con la necessità non di mettere una nuova maglia addosso alle persone, ma di stimolare quelle stesse persone che credono in una politica riformista e di governo, poiché esistono gli strumenti per poterla portare avanti.  Il movimento “free” sicuramente raccoglie tutte quelle azioni di difesa del territorio e della comunità che non trovavano più casa e che oggi sicuramente hanno uno strumento che funziona e che può essere replicato anche altrove”.

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