AFRAGOLA. Area di smobilitazione nell’esecutivo a guida Pannone. Pare che il Sindaco voglia cogliere l’occasione del bilancio di metà mandato per cambiare quattro assessori e farsi una nuova giunta. Sui quattro indiziati ne sono rimasti due: il fedelissimo Mauro Di Palo e Gelsomina Terracciano mentre si sono dimessi Claudia Carrieri e Giuseppe Catalano. Proprio quest’ultimo è finito nella bufera per una foto con il giovane nipote di uno dei capoclan locale. Ma il giovane non ha alcun procedimento a suo carico, né vi sono indagini sull’ex assessore.
La foto è uscita su tutti i giornali, la presenza in giunta del sottosegretario di Stato Pina Castiello imponeva le dimissioni dell’assessore, ma in linea di principio, si sarebbe dovuta fare una battaglia per un sacrosanto principio garantista.
Invece è stato più comodo scaricare l’ex assessore ed accontentare l’orda delle finte battaglie anticamorra: quelle degli slogan, delle foto sui social, mai quelle delle denunce e della collaborazione con i veri professionisti dell’antimafia cioè magistrati, carabinieri, poliziotti, finanzieri. Uomini e donne che i cercano e vanno a prendere i camorristi, spesso in ambienti omertosi.
La questione del rapporto tra politica e camorra, ad Afragola è sempre stata aperta. Sebbene nel caso di Catalano, sia una questione di amicizia tra i due giovani, la circostanza è stata motivo per il consigliere Gennaro Giustino di aprire una riflessione alla quale nessuno ha voluto partecipare.
Va a nche detto che il consigliere di opposizione non si è limitato a sparare sull’assessore, anello debole della vicenda, ma ha ampliato il suo ragionamento.
Giustino però è rimasto solo. La questione è stata evidenziata dal consigliere della lista di “A viso aperto” che ha lanciato una stoccata all’altra parte della opposizione: “In larga parte sui temi seri, come in questo caso, molti hanno preferito il silenzio.
Di camorra ne parlano solo durante le passerelle ma quando c’è da assumere una posizione su atti e fatti concreti, su nomi e cognomi, preferiscono il silenzio. Un silenzio che ha il sapore della complicità. Non voglio criticare nessuno. È una scelta, diversa dalla nostra ma pur sempre legittima.
L’importante è che ve ne ricorderete quando magari accadrà qualcosa di eclatante e cercherete, poi, di presentarvi o di rivendicare quel ruolo di anticamorra e di alternativa mai esercitato sul campo con serietà e su fatti concreti. Dove sono i partiti, i consiglieri, i sedicenti leader di fronte a questa emergenza?
Non hanno nulla da dire sui rapporti tra politica e camorra nella nostra città?
Non trovano nulla di cui indignarsi?
Nessuna iniziativa, nessuna informativa al Prefetto, niente di niente”.
In effetti, il consigliere Antonio Iazzetta si è precipitato a Caivano per farsi vedere in Tv, in un servizio del Tg 3, sullo scioglimento del Comune per infiltrazione della camorra. I caivanesi non avevano bisogno della sua presenza opportunistica, soprattutto a fatto compiuto. Iazzetta ha chiesto lo scioglimento degli altri Comuni, compresa Afragola per la foto dell’assessore e perché l’inchiesta giornalistica del giornale di De Benedetti ha riportato le parole di un pentito sulla sottosegretaria Castiello. E’ il massimo dell’antimafia di certa sinistra che ormai sa condurre le proprie battaglie politiche solo sul piano giudiziario poiché incapace di modulare politica e di rappresentare l’alternativa. Ad Afragola poi, la sinistra è stata addirittura determinante nella vittoria del centrodestra che comunque non rischia alcuno scioglimento per infiltrazione, a meno di clamorosi risvolti.
Qualcosa però non gira. Saltata la testa dell’assessore Catalano, è toccato poi a Claudia Carrieri presentare le dimissioni. E si apre uno scenario del tutto nuovo. In caso di rimpasto, la stabilità della maggioranza potrebbe non essere più una certezza.