Questa settimana, in occasione della presentazione a Napoli del suo libro “La rivoluzione è come il vento”, abbiamo incontrato l’ex europarlamentare l’on. Roberto Fiore leader di Forza Nuova, e non potevamo non soffermarci sui fatti di Roma del 9 ottobre 2021, e alle conseguenze della manifestazione alla CGIL. Ecco cosa ci ha risposto nell’intervista integrale:
– Il Pm, Gianfederica Dito, ha chiesto ben 10 anni e 6 mesi di carcere per Lei, Giuliano Castellino e Luigi Aronica per i fatti del 9 ottobre 2021 svolti alla sede della CGIL di Roma. Oltre che dei reati di devastazione aggravata in concorso e resistenza, siete accusati di istigazione a delinquere. Alla luce dei filmati e dei fatti che sembrano raccontare tutta un’altra storia, che idea si è fatto su quello che appare come un vero e proprio trabocchetto?
– Vede, noi andiamo lì con l’idea di attaccare politicamente la CGIL per il tradimento nei confronti dei lavoratori, concordiamo un corteo da piazzale Flaminio alla CGIL per poi concludere nell’ atrio del sindacato con in megafonaggio. In realtà tutto ciò che avevamo programmato avviene. Facciamo il corteo, ed alla fine facciamo io megafonaggio. Intercorrono 10 minuti dal nostro arrivo al megafonaggio, in cui stupisce l’assenza di Forze dell’Ordine a fronte di 5 mila manifestanti ed in cui inizia l’opera degli infiltrati che sfondano la finestra e aprono la porta del sindacato ai manifestanti.
– Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, era presente a Roma al processo sui fatti del 9 ottobre 2021, proprio nei frangenti in cui era arrivata notizia della Sua denuncia alla Procura di Perugia sul fatto che siano state sistematicamente ignorate prove concrete che avrebbero potuto scagionarla. Sono più i timori che si tratti di un processo politico o più le speranze in una giustizia equilibrata ed imparziale?
– Sono contento che il Capo Procuratore fosse presente, ciò gli permette di capire meglio lo stato delle cose di un processo immaginario a cui siamo sottoposti. La deformazione del processo è iniziata, ma io spero che soprattutto dopo le denunce sia possibile ripristinare il corretto fluire della Giustizia
– L’onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia, dopo i coraggiosi articoli apparsi sul Riformista, chiese all’allora Prefetto Piantedosi, (unico ad esserne a conoscenza), chi e quanti fossero gli agenti provocatori infiltrati nel corteo. L’attuale ministro degli Interni non diede nessuna riposta al Parlamento. Inoltre, l’allora ministro Lamorgese, subito dopo i fatti, affermava in Parlamento: “Alle 16.45, senza autorizzazione, circa tremila manifestanti si muovono da piazzale Flaminio” contraddicendo di fatto le parole del funzionario di Stato Silvestri il quale, invece, relazionava superiori ed inquirenti sulla avvenuta concessione dell’autorizzazione. Di lì a poco si scopre che “Ignoto W” altri non è che un carabiniere addetto alla “misurazione del movimento ondulatorio di un blindato” (parole dell’allora ministro Lamorgese che non poca ilarità provocarono nell’opinione pubblica). Tre inquietanti episodi che la dicono lunga sulla questione. Ma noi vogliamo aggiungerne un quarto. Da fonti attendibili ci risulta che durante la Sua detenzione a Poggioreale, Le fu chiesto l’autoscioglimento del movimento politico “Forza Nuova” in cambio di una immediata scarcerazione. Se ciò rispondesse al vero, può dirci chi o per conto di chi Le arrivò questa proposta?
– La nostra reazione al falso giudiziario da lei messa bene in evidenza, apre ad un ulteriore ventaglio di accuse molto meno tecniche e più politiche che, per forza di cose, alzeranno ulteriormente il livello di scontro giudiziario e politico. Perché a 10 giorni dagli eventi mi viene proposto di sciogliere FN in cambio di un immediata scarcerazione? ; Qual’è il ruolo della CGIL e di Landini nella vicenda? ; Qual’è la parte del Deep State coinvolta nell’ operazione contro di noi? ; Perché il ministro Piantedosi, l’unico a conoscere i nomi e la funzione degli infiltrati, il 9 ottobre ( Piantedosi era all’epoca Prefetto di Roma ) non risponde a Zavattin e viene promosso a ministro degli interni dopo una gestione alquanto confusa di quella giornata?
Mi spiace rispondere con domande alle vostre domande, ma il nostro incedere nella scoperta totale della verità passa attraverso l’identificazione di chi ha cercato di distruggere una giornata unica per trasformarla in una vittoria del potere. Col tempo, sono sicuro che avverrà il contrario.
- Alla luce delle mancate promesse dell’attuale governo in campagna elettorale, e dal suo atteggiamento remissivo e subalterno a USA e UE, sembra aprirsi decisamente uno spazio a destra di FDI. Molti i nomi che circolano in vista delle imminenti elezioni europee. Alemanno; Paragone; il generale Vannacci, la tanto agognata unità d’area, (magari con Casapound), sul solco di quella che vide Alternativa Sociale portarla a Bruxelles con la Mussolini. Utopia o potrebbero esserci i margini per qualcosa in più di un semplice “dialogo”?
Qualsiasi ipotesi elettorale non può basarsi sul solo scontento a destra di FDI, ma deve coinvolgere il grande popolo contro il Green Pass o meglio contro la dittatura sanitaria e tutte le sue derive. Altrimenti sarà la solita dialettica un po’ hegeliana di questo sistema che crea opposizione per poi recuperarle.
- Nel Suo ultimo libro uscito pochi giorni fa, “La Rivoluzione è come il vento”, racconta cinquant’anni di storia italiana visti da una prospettiva di destra radicale. Una storia che parte dagli anni 70, ma forse ancora prima, e termina ai giorni nostri evidenziando che più volte gli italiani hanno creduto e sperato nella “Rivoluzione”. Da Antonio Di Pietro prima poliziotto e poi magistrato a Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle; Da Umberto Bossi e Matteo Salvini con la Lega a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia fino a Paragone e Italexit. Sopra tutti quanti, a muovere i fili, c’è stato sempre “lo Stato profondo”, quello che gli americani chiamano il “Deep State”. Lei oggi, in tutta onestà, crede ancora in una vittoria del popolo contro il “Deep State”?
L’ unica vera dinamica importante in questi anni è l’ opposizione del popolo al Deep state. La stessa che vediamo oggi all’opera in Spagna. Non ancora, ma ben presto i popoli sconfiggeranno i Deep state. Appunto…la rivoluzione è come il vento….