“CALVI RISORTA” E FRATTAMAGGIORE E’ IN PRECOMA Gli interventi del Ministero degli Interni fra la provincia di Napoli e Caserta stringe il cerchio attorno alla roccaforte del Partito Democratico

Fra l’assordante silenzio della stampa “allineata”, il governo Meloni continua l’incessante lavoro teso a riportare legalità in quelle aree dove termini come “legge”, “legittimità”, “liceità”, fra la pregnante rassegnazione dei cittadini, sembravano essere diventati solo sbiaditi ricordi.

Dopo le ripetute operazioni di bonifica, che continuano tutt’ora incessanti in quel di Caivano, con la presenza fisica delle istituzioni rappresentate dalle più alte cariche dello Stato, anche a Calvi Risorta in provincia di Caserta in settimana si è insediata una commissione d’accesso.

Anche qui il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per il tramite della Prefettura di Caserta guidata dal Dr. Giuseppe Cataldo, è deciso a far chiarezza su appalti ambigui e possibili legami con organizzazioni criminali che avrebbero potuto alterare il sistema di assegnazione delle opere pubbliche nel Comune. Apparentemente questi “interventi” “a macchia di leopardo”, sembrano non avere nessun tipo di collegamento, e invece, dopo gli arresti dell’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia e del componente della direzione nazionale del PD Nicola Oddati, indagati per le mazzette sugli appalti al Rione Terra, e da quanto apprendiamo dalle pagine web di “CasertaCe”, nomi, eventi e procedure, sembrano avere non poche assonanze su quanto accade anche all’ombra di Durante.

Coincidenze? Al momento, anche noi, ultimi artigiani dell’informazione, non possiamo escluderla, ed è quanto mai opportuno ribadire che tre indizi (o segnali) non fanno una prova, ma quanto meno dovrebbero invitare alla riflessione.

Una riflessione di carattere etico, tanto per cominciare, potremmo farla sul nome dell’attuale “garante” del Partito Democratico, il Dr. Vincenzo Del Prete, sciolto per condizionamenti mafiosi nel 2002, e papà dell’attuale sindaco Marco Antonio Del Prete che, per altro, enumera nel suo staff il segretario del Partito Democratico di Frattamaggiore il giovane delfino Andrea Saviano. Palese in tal caso, il conflitto di interessi e competenze.

 

Una seconda riflessione andrebbe fatta sicuramente sull’insabbiamento di ben noti atti di cui sembra essersene persa ogni traccia, come ad esempio quella del 27 giugno 2023 protocollata dal Maresciallo Giuliano Capasso dell’unità di polizia giudiziaria che aveva come oggetto “abusi edilizi” e conseguente richiesta dello stato delle procedure (n. 18008 del 23/6/23) a firma del consigliere Teore Sossio Grimaldi. Un quadro politico amministrativo locale a tinte fosche quello che si presenterebbe agli occhi di potenziali inquirenti, dove non sarebbero da sottovalutare episodi come l’”arruolamento” di consiglieri comunali da sempre espressione di destra, ma costretti addirittura all’iscrizione al PD con la minaccia di dar corso ad una “querela sospesa”.

Sospesa come la promessa di un prestigioso incarico all’ASL fatta ad un potenziale competitor interno allo stesso PD, nel tentativo di tenere costui “fuori gioco”, grazie ai buoni uffici intrattenuti a Palazzo Santa Lucia. Ma questa è un’altra storia.

Sarà pure una sensazione, ma l’aria che si respira in città, e soprattutto nelle silenziose stanze di piazza Umberto I, ricorda vagamente quella del 2002. Anche oggi, come allora, la preoccupazione viene esorcizzata con sorrisi distensivi e atteggiamenti tesi a minimizzare, ai quali si sono aggiunti conviviali post sui social, (vent’anni fa facebook non c’era) dove si ostenta sicurezza, tranquillità se non addirittura baldanza.

Così come allora, prima del “tutti a casa” si cercò fino all’ultimo di scaricare colpe e responsabilità su di un capro espiatorio, ma senza successo. Oggi sembra che quel capro espiatorio lo stiano cercando fra le stanze del terzio piano, ma a quanto pare, sembra che a questi teoremi non abbocchi più nessun inquirente, figuriamoci i cittadini.

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