Lanusei, con la “i” finale che quasi non si pronuncia, è sfortunatamente un comune italiano di 4 998 abitanti della provincia di Nuoro in Sardegna. Fino al 2016 la città – con Tortolì – è stata uno dei capoluoghi della provincia dell’Ogliastra, e con i suoi 5 400 abitanti circa dell’epoca risultava essere il capoluogo di provincia meno popoloso d’Italia.
E magari lo fosse restata. Avremmo forse evitato di ritrovarci nell’anagrafe italiane tale Samuel Mereu il diciassettenne (psicopatico non si può scrivere ancora) che ha lanciato in un dirupo un piccolo gattino indifeso. Lo ha fatto fra le risate di due orche, sue amichette, tali Sara Tagliaferri e Alessia Barrili mentre il piccolo gattino nero si sfracellava fra le rocce sottostanti.
Il comune di Lanusei, che fino ad oggi era considerata una meta turistica, sta in queste ore già registrando il boicottaggio sui social e di questo, il sindaco del paese sembra esserne molto preoccupato, minimizzando nel contempo l’atroce gesto compiuto dai suoi tre “cittadini modello”. Lanusei è anche sede di un probabilmente inutile tribunale e dell’azienda sanitaria locale (ASL nº 4 di Lanusei) con relativo ospedale, che in molti, a questo punto, vedrebbero volentieri chiuso definitivamente. Una società marcia la si abbandona, non la si cura.
Il paese è inoltre sede vescovile dell’omonima diocesi (detta anche “Oleastrensis”, letteralmente “dell’Ogliastra”). La presenza del clero nel paese è dovuta ai Salesiani che a Lanusei edificarono la prima loro casa della Sardegna il 14 giugno 1902. Centoventidue anni persi inutilmente in quei luoghi alla ricerca di Cristo. A Lanusei è dedicato l’asteroide 6289 Lanusei, scoperto nel 1984 dall’astrofisico Walter Ferreri e tutti noi, a ragion veduta, non vediamo l’ora che paese e asteroide s’incontrino presto.
Ad ogni modo, non se la prendano gli abitanti di Lanusei. Nel golfo di Napoli piccoli escrementi dalla forma vagamente umanoide hanno voluto contendere in queste ore il primato nella poco invidiabile classifica degli “esseri inutili”. Ragazzi (oggi il politically correct impone di chiamarli così), hanno prima attirato alcuni gabbiani lanciando del cibo in mare, e poi, con inaudita ferocia gli si sono tuffati sopra uccidendone uno e ferendone gravemente altri due di cui uno di specie protetta in via di estinzione.
La vicenda di Angelo, lo sfortunato cane ucciso a badilate a Sangineto in Calabria da quattro delinquenti qualche anno fa, non ci ha insegnato proprio nulla. Gli orchi sono ancora fra di noi e continuano ad uccidere impuniti.