Tra Mélenchon e “A’ Malancavat” Il gioco a due con lo stesso avversario, mentre a Fratta ........

Di Luigi Padricelli

Il voto di questi giorni ha visto un vincitore tra quelli del “roastbeef e i mangiarane” e cioè il Riformismo, scendono brutalmente i Tory e la Le Pen rimanda l’ingresso a l’Hotel de Matignon. Mentre nel UK c’è una netta vittoria del Labour party che ha già nominato il governo, in Francia c’è una partita di difficile composizione.

La Giorgia europeista viene tradita dagli spagnoli di Vox e ha stretto un “accordo” con Melenchon, obiettivo depotenziare Macron. Pertanto destra italiana e sinistra francese attendono le mosse del capo dell’Eliseo per portare una eventuale stoccata finale comune.

La netta affermazione di un “renziano” inglese, Keir Starmen, che senza dare risposta su nulla ha trovato una strada spalancata dai conservatori incapaci di sostenere lo sforzo Brexit e con un’economia inglese che sta andando a picco, ricompone il dilemma tutto conservatore britannico che riporterà di nuovo sulla scena il newyorkese di nascita Boris Johnson l’unico che ha saputo tenere negli ultimi anni serrate le fila dei Tory. Di contro avrà una agguerrita pattuglia femminile capeggiata dalla moderata Rachel Reeves, figura morbida e di intermediazione con la City londinese, la “rossa” sindacalista Angela Rayner, esponente della working class, e la macchina da guerra elettorale Pat McFadden. Keir Starmen sarà più il direttore d’orchestra che l’uomo solo al comando.

Qui c’è da notare che il voto è stato talmente devastante per i Tory che parecchi capi di partito non sono nemmeno stati eletti. Basti pensare che nomi come quello della ex premier Truss non passa, ma rimane fuori il potente Mordaunt (Capo della Camera dei Comuni) e ben 7 ministri. Una Daffodil per i Tory di nuovo conio dove si sono subbissati come fecero all’epoca incrociatori e caccia torpedinieri i pezzi da novanta dei conservatori.

Nigel Farage si salva e avanza insieme a quel Jeremy Corbyn ormai diventato indipendente dopo la cacciata da parte dei Labour e vince proprio contro uno dei suoi ex amici di partito a Islington North.

 

In Francia la mossa a sorpresa del leader di En marce e Capo di stato francese  Emmanuel JM Frederic Macron ha sortito l’effetto desiderato. Dopo aver perso clamorosamente le Europee, la le Pen ha preso 10 milioni di voti, porta all’elezioni politiche la Francia perché fa dimettere Attal. Con un primo turno tutto a favore di Le Pen che confermava il trend di rialzo delle europee, la stessa si è trovata a fronteggiare il secondo turno con il “patto del disonore” così battezzato da Bardella, suo capo di governo designato, che ahimè per un patto di desistenza del Nuovo Fronte Popolare ribalta il primo turno e i sondaggi, e arriva in una isperata vittoria facendo slittare le mire del Rassemblement National della Le Pen di essere l’inquilino più importante dell’Hotel de Matignon.

Il quadro però ad oggi è un puzzle da comporre perché nessuno degli schieramenti ha la forza di comporre un governo, ad oggi si è pensato solo di fermare l’avanzata della destra che fa slittare il suo insediamento su uno scranno importante e lancia sin da subito la sfida al governo e al presidente Macron per le presidenziali del 2027 ma costruendo il dissenso sin da subito perché avrà un alleato inaspettato. Infatti l’alleato non viene da destra bensì da sinistra e si chiama Jean-Luc Melenchon. Ecco che proprio in questa fase si inserisce la Giorgia europeista che vistasi abbandonare dal gruppo dei Patrioti dove lo spazio per lei è stato conquistato da Salvini ora si trova in una scomoda posizione e cioè quella della Responsabile che non le si addice. Ed ecco per lei che in Inghilterra si fa spazio Boris Johnson e in Francia i comunisti che possono destabilizzare l’attuale fase politica. Infatti i più attenti dicono che Macron non vuole governare con i comunisti, lo stesso Melenchon ha puntualizzato che Macron deve far spazio, e pertanto tra le opportunità politiche più verosimili c’è quella che il Nuovo fronte popolare abbandoni i voti di Melenchon e faccia un accordo politico fino ai Conservatori di LR di Laurent Wauquiez.

Venendo alla Meloni, è stata alla finestra aspettando cosa succedesse ma da buona “pucunara” ha dato una lettura molto tranquilla e anestetizzata del tutto, lei sta facendo un’altra partita, vuole un Commissario europeo a lei fedele (Fitto), e poi vuole recuperare tutti i delusi che tra cui a poco si ammasseranno tra i conservatori in modo da poter giocare una partita da leader europea credibile.

In casa nostra invece si iniziano a muovere le prime mosse per il Sindaco che sarà.

L’analisi del centrosinistra frattese vede sempre più lanciato il duello tra il forte segretario del Pd Andrea Saviano e l’uomo forte del Pd napoletano a Fratta Nello Rossi. I due ormai si stanno avviando ad un uno contro uno che appassionerà tutti per i prossimi mesi anche perché dietro di loro ormai gli altri o si sono autoeliminati o non hanno forza propulsiva. E così i due ragazzi nati nella Sinistra giovanile, gruppo giovanile del Pd, e all’epoca dei fatti Segretario e Vice segretario si ritrovano come all’epoca a sfidarsi. Questa volta dicono i ben informati con chance alla pari.

Ma oltre al Pd e al centrosinistra cosa si muove?

I Liberatori ormai hanno le loro consiglieri sempre di più isolate anche perché non hanno fatto breccia nel tessuto sociale e politico frattese e poi è chiaro a tutti che le loro mosse sono dirette da Nicola Costanzo, fratello di Luigi, il quale da tempo ha preso potere e leadership nel movimento. Infatti i ben informati sanno che il Costanzo junior ha capacità politiche innate, lui che da giovane seguiva la giovanile della Dc anche se non fosse proprio integrato. Pertanto a breve forse qualcuno potrebbe anche dimettersi per far spazio proprio a lui che risulta primo dei non eletti con chance di candidatura a Sindaco.

 

La destra frattese purtroppo sta a guardare.

Dopo i deludenti risultati sia per Forza Italia che perde voti in città e il crollo della Lega l’unico spiraglio è il partito della Giorgia nazionale. Oggi credo che ci sia bisogno di una donna che riaccenda la speranza e che abbia un nome che suggestioni la piazza.

Non ci sono nomi particolari ma forse c’è un’idea che spazza via robe campate in aria degli ultimi tempi. Aspettiamo e vediamo cosa esce da tutto ciò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

RSS
Follow by Email
Telegram
WhatsApp