“IL PUNTO !” di Luigi Padricelli
L’aria che si sta respirando in città è più afosa da qualche settimana nel Pd frattese.
Dopo il discreto risultato ottenuto alle Europee dal gruppo Topo Francesco Russo, ex sindaco della città, è andato a battere cassa prima nel palazzo dei Del Prete e poi in Sede Pd, chiedeva per lui la nomina di Capogruppo del gruppo consiliare dello stesso partito del Sindaco. Nomina che sarebbe stata anche giusta concederla viste le capacità politiche dello stesso Russo, invece il sindaco Del Prete in ambedue i casi ha glissato alla richiesta di Francesco Russo. Che cosa abbia mosso il Sindaco a rifiutare tale nomina è dato dal fatto che lo stesso Sindaco era per far rientrare le dimissioni di Enzo Pellino, dimessosi qualche settimana fa per via di qualche delibera non ben accolta, così dicono le voci del Palazzo comunale.
Vistosi rifiutato, Russo ha deciso di attuare una linea dura sulla situazione. Ha dato mandato al cugino Sossio Farina che insieme al consigliere Tommaso Capasso hanno organizzato la trama per far gruppo con le due donne del Pd e così insieme al compagno Giuseppe D’Ambrosio e al “Barone”…… hanno formato un gruppo a 6 avendo di fatto la maggioranza del gruppo consiliare. A quel punto ha voluto sfidare e rilanciare sul Sindaco Del Prete sfilando al primo cittadino la Consigliera Fabiana Amatucci e mettendola a Capo del Gruppo Consiliare, lei fedelissima della famiglia Del Prete visto anche le sue attività in seno ad Igea di via Genoino.
Il tutto però confezionato con un foglio, con delle firme e un testo non molto chiaro. Infatti la nomina al posto di essere decisa in sede di partito non si sa bene dove i sei si siano visti, chi abbia partorito il documento e insieme a chi. Sta di fatto che la formula usata sa tanto di massoneria che di carboneria. Di fatto Russo dopo poche settimane rompe il gruppo Topo e si avvia ad una lunga camminata nel deserto, in solitaria si vedrà ma appone una sorta di “Golden Share” sul sindaco del Prete.
Il primo cittadino, come sempre, ha accettato il tutto con grande tranquillità, ed ha fatto solo notare che la formula usata è al quanto discutibile nel merito e nel metodo. Tutto si è svolto senza una riunione, un dibattito interno, e senza nemmeno aver convocato il gruppo consiliare, e la cosa che imbarazza di più è dove sia avvenuta questa riunione alquanto “massonica” per i modi usati. Nelle segrete stanze poche persone decidono, erano tutti consiglieri comunali o c’erano anche “fautori esterni” che tendevano per questa nomina? queste le domande che vengono sussurrate nei corridoi al primo piano del Palazzo Comunale.
La candidata designata è Fabiana Amatucci, una brava dietologa ben conosciuta in città, appartenente da sempre al sindaco del Prete e grazie ai voti di quest’ultimo venne eletta nel 2020. È stata Presidente della III° Commissione consiliare riguardante Viabilità …… e dimessasi dopo uno scontro abbastanza forte in Commissione consiliare con un suo collega. Si dice che la donna sia molto nervosetta e con una leva di comando molto spinta e spiccata.
La Amatucci in Consiglio Comunale ci risulta che non sia mai intervenuta e che fino a questo momento era una figura sempre defilata. Più volte aveva fatto gruppo con altri Consiglieri per ottenere un Assessorato ma l’azione non aveva mai prodotto effetto positivo. Vista la situazione di sofferenza della stessa insieme alla collega di partito anche lei in forza al gruppo Igea, Francesco Russo si è insinuato in questa falla e ha costituito questo gruppo e la Amatucci si dice che abbia accettato di farne parte solo se fosse stata designata lei come Capogruppo.
A tutto questo però c’è stato un partito, il Pd, che a vari livelli ha fatto sentire la sua voce. Prima il sindaco Marco Antonio Del Prete e poi il Presidente del Consiglio Aniello Di Marzo hanno iniziato a tuonare contro questa metodologia usata. Sembra che Di Marzo non abbia accettato la nomina a Capogruppo della stessa Amatucci e si racconta che ieri (ndr) ci sia stata un faccia a faccia con lo stesso Presidente Di Marzo, il sindaco Del Prete e la Amatucci nella stanza del Presidente con toni molto accesi, dove qualcuno ha giurato di nuovo fedeltà a Del Prete e noi crediamo che abbiano condiviso un percorso che stia nelle regole e che non sia frutto di un incontro nelle segrete stanze e soprattutto dove?
Ci risulta che il potente segretario del Pd frattese abbia messo in moto la macchina per costruire un incontro con tutto il gruppo Consiliare con la presenza del Presidente della Commissione Garanzia del partito per riportare nell’alveo naturale la questione. Infatti Saviano scocciato del tutto ha fatto capire che o la questione si risolve in sede di partito o il tutto avrà un epilogo diverso, crediamo che lo stesso pensi di mettere in moto gli organi di garanzia del partito a tutti i livelli perché non si possono accettare queste azioni che minano la credibilità del partito stesso, questi gli spifferi che vengono fuori.
Il Sindaco Del Prete depotenziato da questa azione di Francesco Russo si dice abbia chiesto mano al gruppo che ha sostenuto Decaro e al suo leader Nello Rossi ottenendo dallo stesso pieno sostegno, anzi lo stesso Rossi, che era stato contattato dallo stesso Russo che gli aveva proposto il ruolo di capogruppo ma si dice che Rossi abbia rifiutato perché non vedeva giusta la modalità visto poi che lui è un alto dirigente del partito provinciale ci avrebbe fatto una figura alquanto barbina.
Lo stesso Rossi ha fatto sapere che lui è pronto a votare e a sostenere completamente e senza diktat l’azione di Del Prete, visto che negli ultimi tempi i due si confrontano su tanti punti.
Rossi ai suoi ha ribadito che non ci sono problemi su chi farà il capogruppo, lui si è tirato fuori per i molteplici motivi, ma l’iter deve essere cristallino e trasparente e il tutto deve avvenire tramite riunione ufficiale.
Dopo questa dichiarazione di Rossi il segretario del Pd Saviano dovrebbe convocare una riunione del Pd a breve dove avverrà di fatto la nomina della Amatucci. Pertanto due avversari che fino a questo momento si erano scrutati e guardati anche in cagnesco, poiché potenziali candidati alla carica di Sindaco nel 2026 e cioè Saviano e Rossi oggi stringono un patto di fatto per far tenere la barra del Pd dritta e per confermare che il Pd è un partito nazionale serio e ha un codice e delle regole interne da rispettare.
Cosa succederà da questo momento in poi non si sa, la Amatucci risulterà capogruppo? Forse! E se si, con quale mandato?
Si vocifera che l’accordo stretto tra il “Gruppo Russo” e la Amatucci verte su alcuni punti essenziali e cioè in primis al depotenziamento del Segretario del Pd Saviano, addirittura i più maligni affermano che lo stesso Saviano deve decidere se mantenere la segreteria del Pd o il ruolo di capostaff del sindaco. Ma si dice anche che gli atri punti siano sui “nemici” di questo gruppo da colpire, e allora bisogna abbandonare l’ipotesi che ogni consigliere avendo una lista dietro possa nominare un assessore, pertanto verranno presi di mirali assessori nominati dai singoli consiglieri e qui si capisce che l’azione vada a colpire Alborino, Franco Del Prete, Pasquale Del Prete e Giovanni Pezzullo. Questi gli “indiziati”. Pertanto la Amatucci viene nominata con un programma da effettuare molto fitto dettato da Russo che si sente garantito solo e se verranno messe in campo queste azioni.
Frattamaggiore ha avuto sempre capo gruppo maschi e quasi sicuramente avremo una donna alla guida del gruppo consiliare del Pd. L’ultima donna brava, di peso e che contava è stata Rossella Schiavo, molto forte nel Partito e contava tantissimo in giunta.
Speriamo che l’altra parte dei consiglieri del Pd firmi un documento a dieci e all’unanimità su Amatucci, almeno viene cancellata questa brutta pagina di politica.
La Amatucci deve uscire fuori dalle logiche dei gruppetti e dalle influenze dei “padrini politici” del primo documento, e mostri di essersi meritato il ruolo con fare politico e non con equilibrismi circensi. Sarà molto difficile perché ad oggi, sembra già in trappola, ma come diceva il poeta metropolitano in Così parlo Bellavista …. “ a libertà, a libertà pure o papavall l’adda pruvà”.