Si chiamava Giovanni Caputi, era un mio compagno di classe alle medie e non era affatto, come si dice, “una cima”, anzi, tutt’altro. Svogliato, lavativo e scansafatiche. Per nulla attratto dallo studio. Il prof di matematica tale Antonino Spezzaferro, praticamente un sosia dell’attore Bud Spencer, nonostante i limiti di Caputi, lo aveva preso a benvolere. Spezzaferro con Caputi aveva molta pazienza ma talvolta non riusciva proprio a trattenersi come quel giorno in cui sbottò: “Capu’ ma se proprio non riesci a fare il compito, almeno copia, sennò cosa ti ci ho messo a fare vicino a Campanari?” Susy Campanari una ragazzina di bell’aspetto, era la capoclasse e oltre ad avere una calligrafia da scrivano fiorentino, sovente si mostrava disponibile ad aiutare chi era in difficoltà.
Cosa c’entra questa storia con le manchevolezze di amministratori pubblici e caschi bianchi? Poco o nulla se non fosse per una sorta di sillogismo secondo il quale, se non sei capace di fare il tuo lavoro, almeno copialo.
Domenica 21 luglio, il caldo torrido di questa ennesima rovente estate frattese, complice la mano di qualche scellerato, fa sì che divampi un vasto incendio nei terreni situati nei pressi del liceo Carlo Miranda, non molto distanti anche all’area cimiteriale. Fiamme alte e densa nube nera attanagliano l’area, tanto che rischia grosso anche l’abitazione del custode della scuola. Solo l’intervento della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco hanno scongiurato il peggio.
Ettari di terreno abbandonati alle sterpaglie e all’incuria divorati dalle fiamme hanno fatto sì che le temperature già torride diventassero insopportabili. Qualcuno è dovuto ricorrere addirittura alle cure mediche a causa delle esalazioni e del fumo.
La domanda sorge spontanea: Si poteva prevenire? Certamente, anche in caso di scarsa capacità gestionale. Sarebbe bastato infatti dare uno sguardo come funziona nella vicina Arzano dove il corpo della Polizia Municipale che conta la metà delle unità di quello frattese, aveva già da tempo censito, mappato e fatto ripulire da sterpaglie ed erbacce i terreni, proprio per evitare i prevedibilissimi incendi.
Eloquenti le foto che girano sul web e sui social di come si ottempera ai propri doveri con professionalità.
A questo punto, il parallelismo dell’incipit era d’obbligo. “Caputi! (da intendersi stavolta al plurale poiché rivolto agli addetti ai lavori, sindaco e comandante della municipale) Se siete in difficoltà, almeno “copiate!”