Chi non ricorda “Gulp! Fumetti in Tivvù”, uno dei programmi più seguiti “da noi pischelli” negli anni 70? E la frase-tormentone divenuta poi cult, pronunciata da Ten, il piccolo giapponese, spalla che accompagna il detective Nick Carter nelle sue indagini
“… e l’ultimo chiude la porta!”
Ebbene, sembrerebbe essersi conclusa decisamente nella stessa maniera la vicenda che ha visto l’avvicendamento dei capigruppo del PD di Frattamaggiore, con un Enzo Pellino uscente e una Fabiana Amatucci eletta stavolta all’unanimità da tutti i consiglieri comunali del Partito Democratico. Non più quindi solo la maggioranza relativa, meglio conosciuta come “maggioranza di serie B”, ma tutti, alla fin fine si sono convinti della bontà della scelta ricaduta su una figura tutt’altro che divisiva. Una seria professionista e soprattutto una donna, il ché fa sempre la differenza.
Ad onor del vero, non poca resistenza e qualche malumore era palesemente serpeggiato all’interno del gruppo consiliare, tant’è che i più restii alla nomina della Amatucci (il presidente Aniello Di Marzo e lo stesso sindaco Marco Antonio Del Prete tanto per non fare nomi) avevano sollevato dubbi e perplessità sul modo in cui la nuova nomina avrebbe avuto luogo.
“Tanto per cominciare, non tutti i consiglieri erano stati avvisati, né tantomeno consultati, e pertanto quel documento, benché riporti le firme della maggioranza degli aventi diritto al voto, allo stato, è “carta straccia”. Queste le roventi parole di un autorevole figura del PD frattese.
A mettere definitivamente la parola “Fine” alla controversa vicenda è stato però un documento datato 28 febbraio 2023, e saltato fuori in “zona Cesarini”, ovvero all’ultimo minuto. Un protocollo che sanciva con solo tre firme l’avvicendamento dei capigruppo, allorquando ad essere sostituito fu il consigliere Pasquale Gervasio al quale subentrò proprio Enzo Pellino.
Le firme (solo 3), per la cronaca, furono quelle di Fabiana Amatucci, Valentina Filomena e dello stesso Enzo Pellino. Querelle chiusa dunque! Proprio come chiudevano la porta soddisfatti i mitici Nik Carter, Ten e Patsy, lasciando col broncio “Stanislao Moulinsky re dei travestimenti e suo cugino Bartolomeo Pestalozzi da Pinerolo”.