Parte il toto sindaco, maggioranza senza leader Finisce la consiliatura targata Cirillo mentre Peppe Barra punta alla Regione

Nel 2025 scadrà il mandato del sindaco Cirillo che avrà governato dal 2012 al 2025 con l’interruzione di un anno. Cirillo, infatti, fu eletto nel 2012, poi la sua amministrazione andò in frantumi ed alcuni consiglieri di maggioranza insieme all’opposizione sciolsero il Consiglio Comunale. Fu determinante il gruppo di Peppe Barra che firmò per mandare a casa Cirillo, poi dopo un anno si alleò con Cirillo. Da allora il sindaco in carica è diventato il leader politico di Cardito, con il mandato più lungo, oltre ad essere stato eletto consigliere metropolitano e nominato assessore; oggi  è potentissimo vicesindaco della Città metropolitana, riferimento forte del Pd, pronto a candidarsi alla Regione.

All’inaugurazione del Palazzetto dello Sport ha pure lanciato un segnale politico invitando il consigliere regionale Mario Casillo ed il sindaco di Napoli Manfredi.

Il messaggio è inviato allo stesso Pd. La corrente di Casillo / Cirillo non intende fare altri passi indietro ed è pronta a sostenere Manfredi alla guida della Regione. D’altronde si tratta della corrente elettoralmente più forte.

Quindi nel 2025, il sindaco di Cardito si candiderà alla Regione sfidando non solo gli uscenti ma anche il sindaco di Frattamaggiore Marco Antonio Del Prete per la leadership territoriale.

A Cardito, dovrebbe esserci un altro derby. Anche l’ex sindaco Peppe Barra dice da tempo di volersi candidare alla regione. L’ultima volta sfiorò l’elezione, pur essendo il primo della lista non fu eletto perchè il seggio scattò in un altro collegio.

Nel 2025 si voterà anche per il nuovo sindaco di Cardito e per ora c’è il vuoto assoluto.

Non c’è un partito politico che avanza una proposta elettorale, non c’è un leader in campo, non c’è la minima idea sul futuro della città.

La consiliatura che volge al termine è stata tra le peggiori degli ultimi venti anni. I membri della coalizione di maggioranza hanno dato esempio raro di servilismo ai limiti, talune volte superati, della prostituzione  politica: gente che un giorno usciva dalla maggioranza ed il giorno dopo rientrava tessendo le lodi del sindaco. La  giunta è stata ridotta alla succursale dell’Inps utile solo ad erogare assegni di inclusione a  personaggi improvvisati messi lì da consiglieri comunali.

Nella stessa famiglia, una fa l’assessore mentre il figlio ha la nomina nell’Organismo di valutazione. Portano a tavola uno stipendio e mezzo, senza vergogna. E senza che vi sia uno solo in Consiglio che metta in piazza questa storia indegna. Manco Peppe Barra avrebbe fatto una roba del genere. Lui era più nobile d’animo: al limite dava un contributo per fare la spesa.

Per non parlare del Consiglio Comunale. A parte qualche eccezione, c’è una compagnia di giullari del potere, pronta all’alzata di mano rispetto a tutto quanto il sindaco porta in Aula. Uno stuolo di nani e ballerine che al test del bicchiere manco prende la penna in mano. Il deserto politico. Da questa maggioranza non emerge nessuna personalità adatta a fare il sindaco, o meglio se ormai tutti possono fare tutto, sarebbe meglio dire che manca l’autorevolezza, la capacità, la stazza, la credibilità, la dignità politica per ricoprire la carica e per costruire una coalizione.

Nemmeno il Pd, che dovrebbe prendere l’iniziativa, ha saputo rappresentare una proposta. Il Pd è ormai come la sigaretta elettronica: puzza, non fa bene e non ti dà manco la soddisfazione della Marlbroro. I democratici carditesi attendono che Cirillo si pronunci, ma il sindaco aspetta che si incartino  da soli salvo poi fare il nome che tutti porteranno supinamente.

Per ora si fanno solo nomi, ma non c’è nulla né nella maggioranza, né fuori.

Si fa strada con insistenza la voce che vorrebbe Enza Barra, moglie del sindaco Cirillo, in pole position per la candidatura a sindaco.

La  candidatura della  moglie  del primo cittadino appare più una suggestione dovuta alla totale mancanza di nomi idonei nella maggioranza che ad una vera prospettiva. La nomina della stessa come assessore a Sant’Antimo ha ulteriormente fatto pensare che Cirillo le stia costruendo la candidatura facendola fare la gavetta in un Comune governato dal PD. Ma spesso la notizia è stata smentita nonostante la first lady abbia tutte le carte in regola per vestire la fascia tricolore, ma sarebbe una scelta monarchica più che democratica. Poi in una sola campagna elettorale, il sindaco Cirillo sarebbe impegnato alla Regione, sua moglie al Comune. Non appare facile.

Dunque, per vincere questa maggioranza deve trovarsi un candidato.

Nel PD scalpita Pasquale Bova Crispino che è l’unico spendibile da un partito in disarmo, ma poco appetibile dalla frazione. L’attuale maggioranza non ha un nome credibile.  Molti  scommettono che alle prossime elezioni non esista nemmeno più la coalizione che ha portato Cirillo.

L’alternativa alla coalizione di Cirillo ancora non si è costituita. Nemmeno c’è un candidato a sindaco, atteso che Marco Mazza non sarà sostenuto dal gruppo Barra/Raucci, né dal centrodestra per le posizioni assunte negli ultimi tempi.

In realtà un candidato che metterebbe tutti d’accordo è Peppe Barra, ma l’ex sindaco non ne vuole sapere. Punta al Consiglio Regionale. Il suo gruppo esprime come sempre Nunzio Raucci che stavolta farà bene se valuterà il progetto politico rispetto alle sue ambizioni.

L’alternativa potrebbe nascere dalla costituzione del centrodestra. C’è la novità della nascita di Forza Italia guidata da Giovanni Aprovidolo e, per ora, c’è la nomina a coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia dell’avvocato Giuseppe Caputo che per molti anni ha rappresentato l’unico riferimento dell’opposizione al sistema di potere “cemento & stipendi” insediato in città dal 2003 ad oggi.

Il   centrodestra  potrà  sorgere   ed    essere credibile se saprà interpretare il vero rinnovamento e la discontinuità al sistema, diversamente Fratelli d’Italia potrebbe decidere di non allinearsi. Certo se i coordinatori di Forza Itala e Fratelli d’Italia dovessero unirsi in un progetto politico in discontinuità col passato, l’attuale maggioranza dovrebbe trovarsi candidati in grado di sostenere il confronto sul piano dei contenuti non solo in campagna elettorale, ma anche in Consiglio. Stavolta la gara dei rutti non sarà terreno di confronto.

Fuori dai ragionamenti poiché ancora prematuri, vi sono tanti professionisti che possono ricostruire il tessuto politico carditese riportando nelle istituzioni oltre alla lingua italiana, un po’ di credibilità, decenza, rispetto, competenza. Si può fare qualche nome autorevole come l’avv. Enzo Mormile, l’ing. Luigi Credendino, l’ing. Aldo Grimaldi, l’avv. Biagio Riccio, il dott. Andrea Falco, l’avv. Marcello Russo, l’arch. Antonio Bova e tante altre personalità.

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