FRATTAMAGGIORE. C’è chi dice no! Un manifesto pubblico segna probabilmente l’inizio della fine dell’amministrazione Del Prete durata 9 anni

A circa un anno dalle prossime elezioni comunali che si incroceranno con le amministrative regionali, quella che per ben nove anni è apparsa come granitica, l’amministrazione Del Prete mostra le proprie crepe. Il manifesto sottoscritto da Pasquale Aveta (Gruppo Misto); da Orazio Ferro e Carmine Pezzullo (Partito Repubblicano Italiano); dall’architetto Giuseppe De Rosa e Giuseppe Pezzella (Impegno per Frattamaggiore) e dall’avvocato Camillo Pezzullo (Città Ideale) se non rappresenta un vero e proprio fuggi-fuggi, raffigura sicuramente una netta presa di distanza da sindaco e accoliti.

Abbiamo avuto modo di raccogliere qualche spunto dall’incontro con il consigliere Pasquale Aveta che ha gentilmente risposto a qualche nostro quesito.

Abbiamo seguito più volte i suoi accorati interventi in consiglio comunale ed ogni qual volta ha chiesto spiegazioni al sindaco, questi raramente le ha risposto. Ora, da fonti accreditate, il primo cittadino si dice deluso per la sua firma sul manifesto che invita alle dimissioni questo esecutivo. Cosa si sente di rispondere pubblicamente a Marco Antonio Del Prete?

Nei rari momenti di comunicazione politica che mi sono stati concessi, ho illustrato sempre ai cittadini la natura delle mie scelte, Ho idee che fondano su un cristianesimo sociale e ho sempre sposato quelle posizioni popolari, fondati sui principi di onestà, equità e di solidarietà. La politica è servizio al bene collettivo che si manifesta con la trasparenza, la partecipazione e la condivisione delle scelte. Ho sempre dato una mano a questa Amministrazione lungo tutto il suo percorso pronto alla critica quando ho ritenuto giusto farla in quanto rappresentante dei cittadini frattesi. Negli ultimi tempi ho, purtroppo, assistito ad un processo di deriva democratica dove la politica è stata commissariata a beneficio di accordi che non sono sintesi di alti interessi ma servono all’affermazione di pochi”.

Negli ultimi tempi sembra che parecchie incombenze di carattere amministrativo siano state delegate nelle mani dello staffista Andrea Saviano, segretario cittadino del Partito Democratico. Un modo per cercare di scaricare responsabilità sul giovane segretario o c’è qualcosa che ancora ci sfugge?

Non amo esprimere giudizi su persone ma criticare il corretto esercizio dei ruoli. Penso che in democrazia l’accentramento tra le funzioni di Segretario di Partito e lo svolgimento di ruoli di garanzia politico amministrativa in una persona sia un errore che sta generando malumori tra gli stessi Consiglieri di Maggioranza che ogni giorno vedono il loro potere di rappresentanza diminuire nei confronti dei cittadini. Se un auriga pensa di utilizzare questo sistema per condurre gli eventi gettando, ogni tanto, acqua sul il fuoco che innesca, questa realtà prima o poi gli si ritorcerà contro.

Come ogni azione politica, il manifesto ha sortito commenti positivi e commenti negativi. Qualcuno accusa i firmatari di irriconoscenza in quanto da questa amministrazione avrebbero in più casi “tratto benefici”. Altri criticano il ritardo nel denunciare la cattiva amministrazione. Cosa si sente di rispondere a tali critiche?

In politica la fiducia si rende e si toglie. Non esiste nulla di amorale se un’area politica che nel passato ha sostenuto il Sindaco Marco Del Prete ritiene che non ci siano più le condizioni per proseguire un percorso comune e decidono liberamente di lavorare per una alternativa di governo fondata su una alleanza che metta al primo posto scelte chiare e coerenti con le aspirazioni dei cittadini. Il resto è soltanto polemica sterile utile solo a delegittimare e denigrare chi ha avuto il coraggio di scegliere e rifiuta “contentini” di comodo”.

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