In città ci si chiede che fine abbiano fatto i politici di Caivano, dove siano i segretari di partito, dov’è finito il partito democratico. Soprattutto ci si chiede perché la segreteria provinciale e regionale del partito della Schlein non abbia commissariato la sezione locale.
Dopo il terremoto giudiziario ci si attendeva un sussulto di dignità dalle segreterie dei partiti di centrosinistra. Le stesse che avevano dato la propria solidarietà al sindaco quando tredici consiglieri lo mandarono a casa. Mai solidarietà fu più nefasta, dopo tre mesi la Procura antimafia rivoltò come un calzino l’amministrazione di Enzo Falco & company: alcuni finirono in gattabuia, altri sono tuttora imputati ed indagati. L’amministrazione è stata sciolta per infiltrazione della camorra. La storia è nota, le intercettazioni hanno evidenziato uno spaccato di omertà, corruzioni, legami tra camorra e politica, malversazioni.
Il partito Democratico è stato coinvolto con un assessore imputato, Italia viva è stato cancellato dalla Procura poi c’è una pletora di soggetti che hanno governato insieme a corrotti e mafiosi, fingendo di non sapere nulla.
Dopo una figuraccia mastodontica, sarebbe stato di buon senso da parte degli organi dirigenti del Pd rifondare il partito per la rinascita di una nuova classe dirigente. Invece, il segretario del partito è rimasto inchiodato al suo posto, nonostante il fallimento politico ed amministrativo. Il Pd è rimasto senza i giovani. C’è una sezione e sedie vecchie. D’altronde per non cedere nemmeno le sedie di plastica, i “vecchi” tesserati del Pd hanno fatto scappare una intera generazione. Oggi l’elettroencefalogramma del PD caivanese è piatto.
Degli altri partiti non c’è più nemmeno la polvere perché i soggetti elettorali non sono diventati soggetti politici. Non sono più nei partiti, ma come fantasmi nei castelli abbandonati si aggirano per la città. La strategia è proprio quella degli spettri: spaventare quanti vogliono impegnarsi per la città, scoraggiarli con i loro esposti anonimi, tirarli nella battaglia del fango.
Sono fantasmi perché sono invisibili e non si possono candidare: sarebbero la causa di un altro scioglimento. Sono i soggetti della “coalizione del male”, politici, ex amministratori e collaborazionisti che hanno distrutto Caivano. Gente che delegittima con la calunnia quanti si stanno prodigando per la lenta rinascita della comunità.
Ormai fuori dai giochi, i fantasmi si nascondono dietro prestanome, ma non avranno la capacità di fare liste e coalizioni. Dovranno trovare candidati disposti ad affiliarsi alla coalizione del male.
La prossima volta sarà un’elezione più libera, perché i delinquenti non vorranno esporsi e perché i capibastone elettorali resteranno a casa per non essere inquadrati come “continuità conclamata” col passato.
La prossima amministrazione sarà controllata dalla Prefettura e dalla Procura, quindi non vi sarà trippa per gatti. Per sconfiggere la coalizione del male però serve lo sforzo della comunità per bene che dovrà votare per il cambiamento.
Infatti, mentre i fantasmi della coalizione del male gironzolano senza strategia, i giovani di “Caivano Conta” continuano nel loro percorso cominciato cinque anni fa. Si incontrano discutono, preparano la proposta politica che sosterrà, con buone probabilità, il candidato sindaco Antonio Angelino. Per ora, è l’unico in campo con una piattaforma politico programmatica ed un gruppo di giovani che hanno diverse competenze nel campo professionale. Angelino vincerà se proporrà il rinnovamento totale.
Se la sinistra deve fare penitenza per aver mortificato la comunità, il centrodestra pure dovrà ricostruire. La locale sezione di Fratelli d’Italia non è riuscita ad intercettare i favori per le opere della Meloni mentre Forza Italia deve rifondare.