– Hanno suscitato non poco interesse alcune Sue dichiarazioni su quotidiani nazionali la scorsa settimana. Asserzioni che hanno dato vita sui social ad un vero e proprio dibattito, soprattutto fra “gli addetti ai lavori” fra cui anche alcuni consiglieri comunali. In una città come Frattamaggiore dove il “cemento” viene percepito oramai come il male assoluto, ritiene davvero che la prossima amministrazione debba porre necessariamente al centro dell’agenda il tanto discusso PUC?
– “Innanzitutto individuare il Puc come uno strumento che determini cemento in città è un errore grossolano. Anzi, è esattamente l’opposto. Senza un nuovo Puc assistiamo ad interventi privati autorizzati su valutazioni singoli, senza prendere in considerazione la situazione complessiva del territorio e lo sviluppo armonico. Il PUC rappresenterà la madre di tutte le sfide per la nuova amministrazione perché significherà mettere su carta l’idea che abbiamo di ciò che dovrà diventare Frattamaggiore da qui ai prossimi venti anni. Il fallimento più grande della classe dirigente del decennio è non aver saputo e voluto mettere mano ad una programmazione seria dello sviluppo del territorio. Abbiamo un PRG obsoleto da più di vent’anni. Possiamo mai disegnare la città del futuro su uno strumento urbanistico vecchio di vent’anni che regola una città che non esiste più? Col mio gruppo ci siamo confrontati sul tema ed abbiamo un’idea chiara: un PUC di servizi e di verde. Diciamo un “PUC a vani zero”, salvaguardando ovviamente i diritti che vengono da lontano col PRG. Ma di sicuro col nuovo Puc non ci dovranno essere aggiunta di vani. Su questo, almeno noi, saremo intransigenti”.
– Giovane, pragmatico, riflessivo, concreto. Molti La vedono come l’astro nascente su cui potrebbe puntare la sinistra frattese. Una quindicina di anni fa, quella stessa sinistra, coniò lo slogan “Abbattiamo i dinosauri”. Dopo cinque lustri, ritiene che ci sia stato realmente un salutare ricambio generazionale oppure “l’asteroide” è passato “a distanza di sicurezza”?
– “Sinceramente non mi affeziono agli slogan e nonostante io sia giovanissimo rispetto all’età media della classe politica, posso dire che non sono un estimatore della carta d’identità. Volevano abbattere i dinosauri? Chi? Coloro che continuano a gestire Frattamaggiore in maniera ininterrotta da venti e pure da trent’anni? Torniamo seri. L’età non fa la differenza. Ho conosciuto soggetti politici esperti che hanno ancora tanto da dare a questa città e giovani che per valori e pratiche si sono dimostrati più vecchi dei peggiori vecchi. La differenza la fanno i valori, i metodi, gli obiettivi, l’approccio al governo del territorio, ai settori, al confronto, alle dinamiche. E su questo ritengo che ci debba essere un cambiamento radicale. Il rinnovamento sarà fisiologico perché ad ogni elezione si verifica, in parte da sé. Ma con Del Prete finisce un ciclo che porterà con sé le cose positive prodotte e le cose negative. Il gruppo che rappresento ha la velleità di aprire un ciclo totalmente diverso a cominciare dai valori, dagli obiettivi ma soprattutto dalla mentalità. In campo c’è uno schema che nel bene e anche nel male ha fatto una storia. Uno schema che ritengo sia arrivato alla frutta e se si continua su questa strada si rischia la degenerazione. Uno schema esaurito. Serve un cambio di rotta, nuovo entusiasmo, obiettivi chiari ed una visione ampia, di alto profilo che in questi anni è oggettivamente mancata”.
– Una delle locuzioni che ci ha positivamente impressionato è stata quando Lei ha citato testualmente “C’è bisogno di una visione di città” che coniughi le esigenze di una città di servizi con un minimo di recupero di vivibilità. Converrà con noi che Frattamaggiore fra smog da traffico veicolare e “movide notturne”, è diventata un vero e proprio inferno per i cittadini residenti. Non Le sembra tardivo essersene accorti a pochi mesi dalla fine della consiliatura?
– “Guardi non me ne sono accorto tardi semplicemente perché siamo stati eletti all’opposizione ed anche nel naturale ritorno nel Pd è stato deciso che i ruoli di giunta e la cabina di regia del governo dovevano essere occupati giustamente a chi le elezioni le avesse vinto. Siamo stati d’accordo perché non ne ho mai fatto una questione di poltrone. Siamo stati uno stimolo, abbiamo sollevato problemi, ma se non c’è la volontà da parte di chi ha il potere e il ruolo di incidere di occuparsi dei problemi, difficilmente si risolve qualcosa. Io direi una cosa diversa: i problemi li conoscono tutti e andrebbero affrontati con decisione e chiarezza. Con le idee chiare. In parte non c’è stata la volontà perché, ripeto, c’è un ciclo arrivato ormai all’esaurimento e in parte è mancata anche la competenza. Veda, quando parla di una mentalità diversa non è una frase messa lì a caso. Le faccio un esempio: gli assessori devono tornare ad essere selezionati sulla base delle competenze. Le indicazioni politiche restano fondamentali in questo caso, ma la politica ha il dovere di individuare professionalità che possano realmente dare un contributo al territorio e siano in grado di lavorare ogni giorno in modo autonomo, nel rispetto degli indirizzi forniti dal sindaco e dal civico consesso, proprio per affrontare e risolvere le criticità. Basta considerare la giunta come un parcheggio di dinosauri o, peggio ancora, considerare la casella di assessore come un premio finalizzato allo stipendio. L’esecutivo ha un ruolo importante e dev’essere considerato come tale nell’occupazione delle caselle e nella scelta del personale politico da impiegare. Cambiare significa anche restituire merito ed un governo autorevole e di “peso” a Frattamaggiore”.
– Il Partito Democratico che già fa registrare numeri bulgari in quel di Fratta, qualche settimana fa, accoglie fra le proprie fila, anche i consiglieri Raffaele Parolisi (alias “mister 1.500 preferenze) e Luigi Vitale. Considerato che la prossima tornata elettorale vedrà eletti solo 16 consiglieri anziché 24, non teme una sorta di faida interna al partito già stressato da antiche frizioni? (leggasi Russo-Del Prete)
– “Sul Partito democratico il discorso è molto più complesso. Cerco di sintetizzarlo. Si è cercato di rilanciare la sezione con scarsi risultati. Il nuovo segretario non ha dato quell’impulso e quell’entusiasmo che ci aspettavamo da un giovane, forse perché impegnato in diversi ruoli e su diversi fronti. Sta di fatto che il partito è fermo, impantanato e non ho ancora capito se per volontà o incapacità. E questo incide in negativo anche sulla dinamica del gruppo consiliare. Non mi piace fare polemica ma aspetteremo il prossimo congresso con la necessità di tracciare una linea politica partecipata ma nella quale tutti si dovranno rivedere. Chi si sentirà di fare scelte diverse, è libero di farlo ma con lealtà e trasparenza. Non consentiremo più che dall’interno si possa affossare un partito solo per esigenze personali. Questo è stato possibile fino ad oggi perché anche nel gruppo consiliare sono emersi rancori e personalismi che con la politica non c’entrano niente. Un folle individualismo, ripicche, capigruppo nominati nei bar e sfiduciati in pizzeria. Mi sono chiamato fuori da questa dinamica perché sinceramente ho un’altra visione della politica e della vita di partito. Le decisioni si prendono insieme, anche a maggioranza, ma in sede, dopo un dibattito; si produce una linea che fuori va sostenuta da tutti e il capogruppo ne rappresenta la sintesi portandola in consiglio comunale e in città. È chiaro che il meccanismo non funziona sia per i motivi che le ho spiegato, sia perché c’è una corsa ai ruoli senza misurare le proprie capacità e competenze. Che senso ha ricoprire un ruolo se poi non si è capaci e sistematicamente si è delegittimati dal resto del gruppo in ogni occasione? Purtroppo non si riesce a comprendere nemmeno questo perché viviamo in un’epoca dove le regole sono saltate. E ripeto, si vive di rancori, di ripicche, di cattiverie, di inciuci, di teoremi contro le persone. Sarò sempre seduto ai tavoli dove si parla di temi e di politica. Quando si parla di persone preferisco alzarmi e andare via. Anche perché il tempo poi, sistematicamente, dimostra dov’è la verità. E chi è cosa.
– L’assenza di una opposizione di centro destra, mai effettivamente esistita da anni all’ombra della Canapina, secondo Lei, ha rappresentato un’occasione di sviluppo della città oppure si è rivelata una mancanza di stimoli a far meglio riducendo solo ad una sorta di suddivisione (o spartizione) facilitata di incarichi e prebende all’interno della maggioranza?
– “L’assenza del centrodestra ha pesato sia alle elezioni e sia nella dinamica democratica. Quando c’è un’opposizione attenta, la maggioranza, anche in modo inconsapevole, è portata a fare meglio. Ma anche qui il discorso sarebbe più articolato. Le lascio una sintesi semplice: alle ultime elezioni il centrodestra c’era ed aveva ufficializzato anche il candidato a sindaco. Poi appena ufficializzammo la candidatura di Francesco Russo, cosa strana e unica, il centro-destra si andò a candidare nel centrosinistra. E i moralisti di oggi, quelli epurati dall’amministrazione ma che si sono battuti per quello schema eterogeneo, non proferirono parola. Chi ha avallato quello schema per vincere appena è sceso da cavallo ha iniziato a parlare di cambiamento, Sono poco credibili. Anzi, per nulla. Il cambiamento non può essere rappresentato di chi ha dimostrato di voler fare tutt’altro. Il cambiamento a chi ha fallito non possono essere coloro che hanno fallito. Il risultato? Una maggioranza ampissima, un’opposizione ridotta al lumicino, ma l’amministrazione procede al rilento. Tutto parte dalle scelte elettorali sbagliate. Si mettono insieme per vincere e non governano. Ecco perché in vista delle prossime elezioni, la nostra idea è quella di una coalizione pura e omogenea. Continuare sulla strada dei carrozzoni significa condannare questo paese allo sfascio, all’ingovernabilità e per di più i tempi sono cambiati: o si cambiano metodi e valori oppure la prossima amministrazione pagherà le responsabilità di quanto accaduto in questi enti anni. E basta studiare la storia dei paesi vicini e paragonare quella storia agli ultimi venti anni per capire cosa è necessario cambiare in futuro!
– Le prossime elezioni regionali che si terranno in concomitanza con quelle comunali potrebbero riservare non poche sorprese, specie sull’assetto dello stesso PD locale. Si parla dell’ormai sicuro ritorno in campo di Nicola Marrazzo e di un accordo, (notizia dell’ultim’ora) che vedrebbe il primo cittadino Marco Del Prete candidato al consiglio regionale in “accoppiata” con Vincenza Barra moglie del sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo. Questo scenario, secondo i bene informati, la lancerebbe come prossimo candidato alla poltrona di primo cittadino di Frattamaggiore. Ce lo potrebbe confermare o è ancora prematuro sbilanciarsi su tale ipotesi?
– “Lei ha nominato tutte persone degne della fiducia dei frattesi ma in questi schemi non credo e figuriamoci se io possa mai aspirare ad una candidatura a sindaco in questo valzer di nomi e caselle. Assolutamente no. Personalmente sono nel Pd e faccio parte insieme ad altri consiglieri comunali di una componente. Abbiamo detto e continueremo a dire cosa pensiamo sul Pd, sulla politica, sull’amministrazione, sul presente e sul futuro. E vogliamo misurarci sui temi, sulla tenuta della visione, sui contenuti. Bisogna prima capire cosa vuole essere il Pd e questo lo chiariremo al congresso dopo una stagione locale non positiva e non esaltante. Dopodiché, insieme a chi vuole restare, decideremo il percorso da intraprendere, i compagni di viaggio coi quali condividere e arricchire una nuova idea di città. Una cosa posso anticiparla che non ho mai detto a nessuno ma l’abbiamo stabilita in una riunione di gruppo: sui nostri principi, sui nostri valori, non faremo mediazioni e passi indietro. Il candidato a sindaco lo si sceglie insieme e dovrà essere la sintesi migliore. Tutti hanno legittime velleità personali ma prima del candidato a sindaco c’è il progetto programmatico, politico e l’omogeneità dell’alleanza. Poi si sceglie chi dovrà guidarla. In questo percorso, ripeto, saremo intransigenti e non disponibili ad una mediazione al ribasso. Anche questo, rispetto al passato, dove pochi decidevano e tutti si allineavano, è una forma di cambiamento. Non parteciperemo a progetti non in linea con i nostri valori e con la nostra visione di città. Frattamaggiore merita di più. E su questo tema le faccio un’altra anticipazione: stiamo lavorando ad “R180”, ancora qualche mese e presenteremo tutto alla città. Magari dopo le elezioni Regionali. Una rivoluzione amministrativa nei primi 180 giorni di nuovo corso. Diremo cosa faremo nei primi 180 giorni. Più di quello che è stato prodotto in un decennio. Ci stiamo lavorando e le ho dato anche delle importanti anticipazioni. DI più non le posso dire perché sarà davvero una bella sorpresa per la città ed anche un nuovo modo di approccio al confronto con i cittadini. Si accontenti di queste anticipazioni”.
Togliere cemento, asfalto ,traffico impazzito, abbandono rifiuti dovunque, sparatorie di botti a tutte le ore e realizzare il contrario di tutto ciò, in primis tutelare il Verde esistente e incrementare con altri spazi rinaturalizzati, cursti con le dovute cure. Prima di tutto vogliamo respirare e non morire avvelenati.