CAIVANO. I bilaterali del Pd sono un buco nell’acqua. Coerente Azione con Luigi Esposito che dice NO all’inciucio con gli sciolti per camorra. Si spaccano i cinquestelle. Mastelliani isolati

Il Partito democratico ha deciso ufficialmente di riprendere da dove aveva lasciato.

Come se niente fosse accaduto ha ricominciato gli incontri bilaterali con tutti i partiti locali che sono all’opposizione del Governo Meloni.

La scorsa settimana il Pd ha chiamato i cinquestelle. All’incontro sarebbe andato l’on. Penza, deputato degli ex grillini, ma nessun comunicato è venuto fuori.

Già il fatto che un deputato non dica nulla ai cittadini significa che si parla di aria fritta.

Piuttosto è uscita la notizia che i cinque stelle caivanesi sono diventati due stelle.

L’ex consigliere comunale del Movimento ha fatto sapere di non avere nulla a che spartire col Pd locale e con il deputato locale. Quindi se Penza vuole mettere un’altra volta il simbolo del partito insieme a quelli che hanno causato lo scioglimento per camorra, si deve assumere la responsabilità politica e morale di spiegarlo pure agli elettori. E se i cinquestelle volessero allearsi con gli sciolti per camorra, lo farebbero con una lista ancora più debole. Infatti, l’unico che prese oltre cento voti fu l’ex consigliere eletto che firmò le dimissioni insieme ad altri dodici consiglieri per mandare a casa il Pd ed il sindaco Enzo Falco.

Il primo incontro bilaterale del Pd è stato un fiasco tant’è che non è uscito un documento ufficiale. Senza alcun senso del ridicolo, il Pd ha organizzato un altro incontro bilaterale. Stavolta ha chiamato il dirigente locale del partito Azione e si è ritrovato davanti l’avv. Luigi Esposito, uno dei tredici ex consiglieri comunali che ha firmato per mandarli a casa.

Esposito è un consigliere che l’ultima volta si è candidato con Antonio Angelino ovvero l’acerrimo avversario del Pd per aver tentato di rinnovare la classe dirigente della sezione.

Il delegato provinciale di Azione, Luigi Esposito ha spiegato che il suo partito non è disponibile ad un’alleanza considerato che il Pd non ha rinnovato la classe dirigente.

D’altronde in quel partito pure le sedie sono sempre le stesse. Ciò significa che il Pd non ha alcuna intenzione di aprire una questione morale rispetto agli accadimenti che hanno coinvolto l’amministrazione Falco.

Le parole di coerenza di Luigi Esposito sono andate di traverso ai piddini locali.

Il delegato del partito di Azione è stato verbalmente aggredito per aver espresso la sua posizione politica.

A quel punto, l’avv. Luigi Esposito ha lasciato la sezione del Pd constatando l’impossibilità pure del dialogo.

Non si capisce cosa si aspettassero i piddini da un giovane professionista locale che si è dimesso da consigliere comunale pur di sciogliere un’amministrazione dannosa per la città.

A loro modo di vedere, l’avv. Esposito dovrebbe scegliere di fare una figuraccia, allearsi con la vecchia classe dirigente che ha mandato a casa, intestarsi i fallimenti amministrativi e lo scioglimento per camorra, infine lasciare la coalizione di Antonio Angelino che vincerà le elezioni per finire per sempre nell’oblio. Se Luigi Esposito facesse un accordo col Pd, lo porterebbero al manicomio.

Fino a quando Esposito sarà a responsabile locale di Azione, l’alleanza col Pd non si farà. D’altronde pure i responsabili regionali non hanno alcun interesse a mettere il simbolo in una coalizione dove sono presenti vecchi arnesi della politica locale responsabili pure dello scioglimento. Nemmeno Calenda potrebbe avallare una scelta politica suicida ed incoerente. Quindi il Pd su due bilaterali ha preso due pali.

Per ora non si sa nulla dell’incontro bilaterale tra Italia Viva ed il Pd. Più che cronaca politica sarebbe una pagina di cronaca nera poiché tra arresti, imputazioni, indagini, Pd e Italia Viva sono i partiti usciti peggio dalla vicenda giudiziaria. Si potrebbe dire che Pd ed Italia Viva sono andati a colloquio.

Al banchetto funebre, il Pd non ha invitato i mastelliani poiché non hanno un partito di rilievo nazionale. Non li considerano proprio.

A loro volta, invece, i mastelliani si stanno preparando. Hanno fatto l’assemblea nella Smart ed hanno deciso che potrebbero candidare a sindaco Tonia Antonelli.

Per gli appassionati della commedia all’italiana dove gli attori sono sempre gli stessi è in onda un altro film dei mastelliani caivanesi.

Il leader elettorale dei mastelliani locali è l’ex consigliere Mimmo Falco, uno che è stato sciolto con l’amministrazione Monopoli di centrodestra ed è stato sciolto pure con quella di centrosinistra di Enzo Falco.

Dove c’è Mimmo Falco si scioglie tutto, pure i gelati. E’ interessante la tenacia nel voler continuare a candidarsi. Magari ha pure un programma.

Magari vuole battersi contro l’abusivismo edilizio. Chissà.

Mimmo Falco vuole candidare Antonelli, l’ex vicesindaco che è la moglie di Angelo Marzano a sua volta ex consigliere comunale dell’amministrazione di centrodestra sciolta per camorra.

A differenza di Mimmo Falco che si scioglie da solo come il calippo lasciato al sole, la coppia Marzano-Antonelli è sciolta come famiglia: una volta il marito, un’altra la moglie. Alla prossima tocca al cane.

Questo è il desolante quadro della politica locale che ha condotto Caivano al disastro. Gente che continua a proporsi come se tutto quello che è accaduto fosse solo una puntata di Gomorra. Invece, i protagonisti sono i politici della vecchia classe dirigente

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