Nulla di nuovo sotto il sole della città della Canapina. Oramai appare prassi consolidata quella che vede fibrillazioni e scaramucce ad ogni periodo di fine consiliatura, fase dove sembra di vedere costantemente un film già visto e rivisto. La sostanziale assenza di una autentica opposizione, determina da oramai nove anni (nove), una sorta di continuo equilibrismo in seno ad una amministrazione dove non sono mai cambiati né i nomi, né le politiche, né tantomeno le strategie, tese queste, nella maggior parte dei casi, a livellare gli interessi di ognuno.
Sono comunque in molti a scommettere che, anche questa volta, nonostante gli atteggiamenti belligeranti e i proclami alla “Trump”, come ad esempio quello di non votare un bilancio, che, in effetti, più di un problema lo evidenzia. E non solo per quanto concerne l’iter burocratico.
Gli “atriti”, quelli che tengono banco e che attendono solo di essere adeguatamente “lubrificati” continuano a verificarsi, manco a dirlo, tutti all’interno al partito democratico, tant’è che anche noi cominciavamo a dubitare sulla tenuta di questa amministrazione titolando “Del Prete mangerà la colomba”? Poi, come da copione, “la montagna partorì il topolino”.
Lunedì 24 marzo Francesco Russo invia una PEC, già pubblicata per altro dalla stampa locale qualche ora prima, all’attenzione del segretario generale del Comune; Al responsabile finanziario; Al Collegio dei Revisori dei Conti; Al Presidente del Consiglio e, per conoscenza, al Sindaco di Frattamaggiore. Eccone il testo firmato in calce da Russo:
“Il sottoscritto, in qualità di Consigliere Comunale e nell’esercizio delle proprie funzioni, – scrive Russo – evidenzia violazione del comma 9 articolo 10 del vigente regolamento comunale di contabilità dell’ente avendo ricevuto il 24.3.2025 alle ore 15.05 a mezzo PEC una nuova trasmissione dell’argomento n. 2 al O.d.G. del Consiglio Comunale ovvero l’approvazione del DUP 2025/27 che difatto annulla e sostituisce il DUP trasmesso a mezzo PEC il 19.3.2025 ai membri del civico consesso.
Necessita pertanto una riconvocazione del Consiglio Comunale mancando di fatto a quella già indetta il 28.3.2025 I 5 giorni previsti per l’analisi e lo studio dei dati contabili trasmessi, così come previsto dal vigente regolamento di contabilità dell’ente.
Il sottoscritto – conclude Russo – evidenzia che i dati di bilancio negli allegati al DUP sono incoerenti e/o non conformi al Bilancio Previsionale triennale 2025/2027 e tanto rende ancora più necessario il rispetto dei tempi di analisi da parte del consesso civico chiaramente previsti dal regolamento contabile dell’ente”.
A seguire “l’esempio” dell’ex sindaco Francesco Russo, mercoledì 26 marzo, si sono associati anche i consiglieri Giuseppe D’Ambrosio e Luigi Vitale, inviando la stessa PEC ai medesimi destinatari (Revisore dei conti; Presidente del Consiglio; Sindaco), mentre non più tardi di lunedì sera, la stessa capogruppo dei Dem frattesi Fabiana Amatucci, alla nostra esplicita domanda,
“Voterete quel bilancio”? Ci rispondeva testualmente: “Perché mai non dovremmo”?
Tutto chiaro, o quasi. Sembra infatti che si stia assistendo ad una sorta di partita a poker, dove ognuno cerca di capire chi bleffa. Una partita dove ciascun giocatore gioca le proprie carte, o almeno tenta di farlo nella maniera meno goffa possibile.
Ciò determina una situazione che vede il gruppo dei “dissidenti a metà”, quello capitanato da Nello Rossi spaccarsi e ricomporsi ad ogni piè sospinto, e con lo stesso Rossi teso a tenersi stretto il PD per potersi giocare carte più importanti e a tempo debito in vista del prossimo 9 aprile, allorquando sarà sciolto, o almeno si spera, il nodo del terzo mandato, nodo che mantiene in bilico candidature regionali e comunali.
Dall’altra parte del tavolo verde, c’è un Francesco Russo che, al momento, sembra interessarsi più al mandato conferitogli dal suo elettorato, che prediligere gli interessi di un PD che lo ha già tradito una volta.
I bene informati, compreso il suo entourage, non sarebbero sorpresi più di tanto se il buon Francesco, cogliesse l’attimo ed esclamasse il più classico dei “Me ne frego”, spostando asse ideologico e posizione politica riaprendo così una nuova ed inedita stagione politica all’ombra di Durante.
A continuare poi a fare l’equilibrista, mirando a mangiare oltre la colomba, senza disdegnare anche panettone, struffoli e roccocò, rimane l’ineffabile Marco Antonio Del Prete che, con buona pace di chi ha finto e di chi ha creduto nella sortita degli emendamenti, può contare ciecamente sui suoi “fidi intercambiabili”. Interni al partito democratico, civici e “opposizione rosa”, che come cortigiani, nani e ballerine, sarebbero pronti a sostenerlo anche questa volta. In fondo, è risaputo che quando si scuote la tovaglia, qualche briciola dalla tavola finisce sempre per venire giù.