Nei giorni scorsi, Antonio Angelino, ha comunicato sui social di aver querelato una testata giornalistica poiché ha ritenuto di essere stato diffamato.
In realtà, la campagna diffamatoria nei confronti del candidato Angelino è cominciata da alcuni mesi e l’ex consigliere di opposizione aveva già adottato iniziative per fermare la deriva infamante che aveva preso piede.
Partiamo da questo aspetto. Angelino, non le sembra singolare che in una città sciolta per due volte per camorra, e dove per due volte lei era all’opposizione, il bersaglio della stampa sia lei ed il suo gruppo, piuttosto che la vecchia classe dirigente ed i politici che hanno governato con i clan?
“E’ singolare, ma è ampiamente prevedibile. Caivano è stata ostaggio del gioco di un sistema di potere corrotto che aveva stretto un patto politico elettorale con i clan locali.
Non lo dico io, lo ha detto il Procuratore Gratteri, lo ha scritto un Tribunale della Repubblica, lo hanno riscontrato gli organi inquirenti.
Ora noi abbiamo la possibilità di cambiare l’aria, di voltare pagina, di lasciare per sempre fuori dal Municipio le vecchie logiche di potere ed i camorristi. E’ naturale che il sistema faccia di tutto per restare a galla”
Quindi secondo lei, vi sono occulti mandanti rispetto agli attacchi indegni che sta ricevendo non solo sul piano politico, ma anche sul piano personale e familiare?
C’è gente che viene pagata o sponsorizzata dalla vecchia classe dirigente?”
“La circostanza atipica che una parte della stampa attacchi solo chi era all’opposizione e non chi ha malgovernato, è un fatto.
E’ insolito che quanti hanno ricoperto cariche istituzionali illustri, non siano stati sfiorati dagli articolisti che invece si concentrano sull’opposizione. Non so se questi sedicenti cronisti siano pagati o sponsorizzati, ma non mi interessa nemmeno. Però mi chiedo che interesse abbia un cronista a scrivere menzogne, attaccare anche sul piano personale e familiare solo i politici che si sono opposti al sistema”.
A guardia bassa. Taluni dicono che lei non si esprime sui fatti della città.
“Le rispondo che ho più volte condannato anche in Consiglio Comunale il metodo di governo della maggioranza.
Ho denunciato, in Consiglio, il sistema degli appalti.
Ho pubblicamente condannato e mi sono detto indignato rispetto ai collegamenti tra politica e camorra, di cui ovviamente non ero a conoscenza durante il mandato.
Come tutte le persone per bene di Caivano, nonostante sia stato all’opposizione, sono rimasto scosso da quanto è accaduto.
Ho sciolto per due volte l’amministrazione. Non so più cosa si aspettino da me.
Non sono il politico che attacca gli avversari sul piano personale.
Non spedisco volantini anonimi.
Non rispondo né alle provocazioni degli avvelenatori seriali. Anzi anche a questa barbarie bisognerà mettere fine.
Non rispondo a quanti colpiscono sul piano personale.
Tentano con ogni mezzo, anche con la stampa, di insinuare, alludere, mistificare. Già da qualche tempo ho deciso di querelare quanti usano queste metodologie nei miei confronti e nei confronti dei miei affetti e del mio gruppo politico. Poi sarà un Tribunale a stabilire la verità. Non ho tempo per la loro lotta nel fango.
A Caivano ci conosciamo, sfido chiunque a trovare un collegamento tra me e gli ambienti malavitosi locali. Sono state scritte cose aberranti nei confronti di onesti lavoratori e professionisti, solo perché miei amici e questo non è più tollerabile”.
Il suo post su facebook ha ricevuto migliaia di visualizzazioni e centinaia di attestati di stima e solidarietà. C’è una parte della popolazione che auspica il cambiamento totale di persone e metodi. Nel suo caso apprezza anche la coerenza.
“C’è la maggioranza della popolazione che anela al riscatto, al cambio d’immagine, aspira a vivere in una città normale con servizi che funzionano, un ambiente più salubre, una economia più vivace, con spazi pubblici accoglienti. Insomma, una città normale.
Tanti cittadini che condividono questa idea hanno già dato la loro fiducia al gruppo politico che rappresento.
Molti rispetto agli attacchi infamanti che ho subito, mi hanno anche chiamato o mandato messaggi di amicizia ed affetto.
Tanti anche tra coloro che non ci hanno votato. Questi sono per me più preziosi perché significano che, nel rispetto di una diversità di vedute, c’è la comune opinione che questa città non ha bisogno di ulteriore veleno e calunnie”.
Ora però, bisogna ricominciare, le chiedo dunque da cosa e da chi ripartire. Però non deve usare il politichese.
“Non serve il politichese. Ripartiamo dalla coerenza.
Niente voti di camorristi o soggetti in qualche modo coinvolti nei recenti fatti di commistione tra politica e camorra.
Non vogliamo quei voti!
Questo avevamo detto l’ultima volta. Questo ribadiamo con ulteriore forza.
Evidentemente, per la medesima coerenza, non possiamo allearci con quanti hanno beneficiato e alimentato quel sistema che tanto male ha arrecato alla nostra comunità, fino ad arrivare alla mortificazione attuale.
Noi la legalità la diamo per scontata, non è un cavallo di battaglia da campagna elettorale”.
Alcuni dicono che ripartite dal tavolo dei firmatari dello scioglimento.
“Non fu un tavolo politico. C’era unità di intenti rispetto alla esigenza di sciogliere un’amministrazione che stava producendo danni alla città.
Noi della coalizione civica eravamo il gruppo più numeroso con sei consiglieri, poi erano presenti soggetti con diverse sensibilità politiche, alcuni anche della maggioranza, ma che si erano distinti pubblicamente per aver preso le distanze e per aver denunciato il malgoverno.
Se vi sarà un dialogo dovrà avvenire con soggetti politici rappresentativi e non con i singoli, soprattutto vi dovrà essere condivisione rispetto ai valori che fonderanno la nostra azione di governo”.
Così rischiate di perdere voti, già una volta avete perso per questa condotta intransigente.
“Vincere per non governare o per far sciogliere di nuovo l’amministrazione non serve alla città e non serve a noi.
Quelli che hanno vinto facendo alleanze di ogni tipo, oggi dove sono?
Quali risultati hanno raggiunto?
Noi vogliamo far vincere la città. Anzi le dirò che la nostra scelta ci ha premiato, nel 2020 da novità assoluta ricevemmo più del 30% dei consensi. Stavolta, la comunità ci conosce meglio, siamo pertanto molto fiduciosi”.
In un bilaterale, il coordinatore di Azione, Luigi Esposito ha chiuso le porta all’alleanza col Pd ed è invece schierato nella vostra coalizione.
“Premetto che ho appreso tale circostanza dai giornali, ma devo dire che vale per Luigi Esposito, ciò che vale per noi.
Non c’è mai un pregiudizio personale, ma un ragionamento di coerenza.
Luigi è stato eletto con “Caivano conta”, ha firmato per sciogliere l’amministrazione in cui il Pd aveva il gruppo consiliare più numeroso, legittimamente ha intrapreso un percorso politico aderendo ad un partito, è evidente che abbia mostrato coerenza.
Un’alleanza politica è possibile quando si parte almeno dalla stessa lettura dei fatti.
Se uno dei due interlocutori nemmeno auspicava il cambiamento della classe dirigente, sarebbe stato impossibile pensare ad un’alleanza.
Senza pregiudizi sulle legittime posizioni di ognuno, mi sento di dire che apprezzo molto Luigi per il lavoro che sta svolgendo e gli auguro di crescere e far crescere intorno a lui nuova classe dirigente indispensabile per il rilancio della città”.