Un’altra tegola al Comune di Afragola. Dopo la questione dell’Azienda Speciale si apre il capitolo dell’appalto di circa ottanta milioni di euro. Il punto è arrivato all’ordine del giorno grazie ad una interrogazione di Gennaro Giustino che ha argomenta sulle anomalie della condotta amministrativa.
Va rilevato un antefatto.
Attualmente il servizio di raccolta è affidato in proroga già da ventiquattro mesi ad una impresa che a detta del consigliere Giustino: “Ha assunto i parenti dei candidati nelle liste del sindaco Pannone”.
Per l’amministrazione era urgente affidare il servizio con un appalto poiché le proroghe sono illegittime. Ventiquattro mesi, infatti, sono molto oltre il limite della proroga tecnica in attesa della gara.
Accade quindi che la gara di appalto viene gestita dalla Centrale unica di committenza di cui fa parte un dirigente stesso del Comune. Una delle tre Società partecipanti vince mentre le altre due società che hanno avuto un punteggio inferiore presentano ricorso al Tar.
La difesa delle Società non vincitrici ha contestato ben quindici criteri di valutazione dei requisiti che avrebbero determinato l’esito della gara.
Se il ricorso al Tar dovesse essere accolto ovvero se l’aggiudicazione venisse annullata dal Tar: “Il dirigente dovrebbe essere cacciato” – ha dichiarato in Giustino.
Per ora il Tar ha accolto la sospensiva e rinviato il merito, cioè il giudizio sull’annullamento della gara al 27 giugno.
E quì casca l’asino. Nel silenzio di una maggioranza debole e delle altre forze di minoranza che si comportano come i candidati avversari di Putin, solo il consigliere Giustino snocciola le anomalie.
Assunta la notizia della sospensiva, il Sindaco ha dato incarico ad un avvocato esterno per chiedere al Consiglio di Stato “udite-udite”: “la sospensiva della sospensiva”.
L’avvocato è sempre lo stesso, “In palese violazione della rotazione” – dichiara Giustino – che chiede: “perché l’amministrazione non poteva attendere, serenamente, il giudizio del Tar che sarebbe arrivato (e arriverà) a giugno?”.
Il consigliere di “A Viso aperto” avanza dubbi sulla fretta di appaltare il servizio nonostante la “spada di Damocle” così l’ha chiamata il sindaco Pannone, del giudizio del Tar.
Ma il Consiglio di Stato si è espresso subito. Ha rigettato l’istanza della “sospensiva della sospensiva”. Quindi ora si attende il giudizio del Tar.
La mossa assolutamente “irrazionale” così l’ha definita il leader dell’opposizione di non attendere tre mesi è stata rigettata dal Tar.
E’ una plateale figuraccia dell’amministrazione Pannone che innanzi alle richieste di chiarimenti si è trincerato dietro la “fretta” di “affidare il servizio nell’interesse della città” e della necessità della cura del verde pubblico.
Un’altra anomalia, portata alla luce dal consigliere di opposizione è rappresentata dal fatto che non la Società aggiudicataria ha chiesto la “sospensiva della sospensiva” così come sarebbe stato più coerente rispetto ai propri interessi, ma è stata l’amministrazione che si è rivolta al Consiglio di Stato per garantire l’esito dell’appalto.
Per Giustino si è travalicato il “senso della misura e della decenza” che “le responsabilità non sono più politiche”.
L’intera vicenda che ha contorni inquietanti trattandosi della gestione dei rifiuti e che si concluderà al Tar, ha convinto Gennaro Giustino che “l’impresa che si è aggiudica l’appalto debba venire a tutti i costi ad Afragola” perciò si vedrà “costretto a spiegarlo ad altre parti”.
Il riferimento nemmeno tanto velato è alla Procura della Repubblica giacché nel corso del suo intervento lo ha anche preannunciato.