Caivano. Fuori alla Scuola “Cilea Mameli” si interviene solo se ci scappa il morto

Carrellate di  ministri nella scuola Cilea Mameli, chiacchiere sulla legalità che finiscono al vento o che vengono suggellate dalle solite foto di rito.

Non è colpa degli ospiti, né dei ministri, nel del Commissario Ciciliano che ha deleghe per opere straordinarie.

La responsabilità del degrado urbano fuori alla scuola Cilea Mameli in Via Caputo è innanzitutto delle competenti autorità locali, di chi non controlla, di chi non obbliga i responsabili di settore a fare il loro dovere.

Il degrado lasciato dalla vecchia amministrazione è sostanzialmente lo stesso di quello attuale.

La differenza tra i vecchi ed i nuovi organi prefettizi è, naturalmente, che questi ultimi non hanno nulla a che fare con la camorra, però ci si attendeva una svolta soprattutto nell’ordinaria amministrazione.

Probabilmente, anzi sicuramente la colpa del degrado è di larga parte della popolazione ed in special modo, per quanto riguarda i disagi all’ingresso  ed  all’uscita della scuola, di genitori incivili, irresponsabili. Comportamenti che sono tollerati da quanti dovrebbero controllare, reprimere, sanzionare, proteggere i piccoli cittadini che vanno a scuola.

E’ una situazione irrecuperabile.  All’abbandono dell’amministrazione si unisce l’indecenza dei comportamenti di taluni genitori.

L’ultima volta che è venuto un ministro, nessuno  dal Comune ha sentito il bisogno di far tagliare le erbacce che crescono su marciapiede che porta a scuola in via Caputo. I marciapiedi che già fanno schifo perché sono dissestati e pieni di cacca dei cani, ormai sono invasi dalle erbacce che crescono sotto al muretto della scuola. Così accade che i bambini (ed i genitori civili) per arrivare a scuola proseguono su un percorso ad ostacoli, talune volte insormontabili come le auto in sosta sui marciapiedi.

Sempre, quotidianamente, i marciapiedi sono occupati dalle auto.

I vigili urbani sono miraggi che si vedono tre quattro volte nell’arco di un anno. Si conosce la giustificazione. Sono pochi.

Basterebbero due vigili in una volante a fare il controllo fuori tutte le scuole per sanzionare chi non rispetta nemmeno il codice della strada. Dunque i bambini devono passare tra lo spazio lasciato dall’auto sul marciapiede (se c’è), e le erbacce che nessun funzionario manda a tagliare.

Persino la croce rossa si ferma sui marciapiedi: roba da matti.

In via Caputo, c’è un cortile privato dal quale fuoriescono ormai cespugli. L’amministrazione dovrebbe ordinare al proprietario di tagliare i rami che travalicano la proprietà privata oppure agire in danno. Al Comune, non riescono nemmeno a scrivere un’ ordinanza. Forse a Caivano per risolvere qualcosa deve per forza scapparvi il morto.

D’altronde il pericolo è stato più volte segnalato, ma inutilmente.

Vi sono genitori che  se  ne fregano degli altri bambini e mettono in pericolo la incolumità dei piccoli alunni. Gente che non rispetta nemmeno le strisce pedonali ed il posto riservato ai disabili.  Altro che inclusione. La vergogna è assoluta. Probabilmente, Caivano non può cambiare a causa di una parte della popolazione che va rieducata.

Non c’entra niente il Governo nazionale.

Serve il governo cittadino. Forse c’è una norma speciale per Caivano che obbliga ad intervenire solo quando vi scappa il morto.

Eppure le soluzioni vi sarebbero: le telecamere oppure una ronda dei Vigili urbani, le sanzioni e le ganasce alle ruote, la chiusura per quaranta minuti del tratto stradale.

Le soluzioni sono semplici e comunque sempre meglio che aspettare la tragedia.

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