L’on. Marco Cerreto ha presentato una proposta di legge per il riconoscimento della qualifica di pizzaiolo professionista. “Ogni giorno in Italia – si legge nella relazione – si sfornano 8 milioni di pizze, tra pizzerie e consegne a domicilio e dopo un triennio in chiaroscuro dovuto alla pandemia e al contesto legato alla ripartenza economica, i dati 2023 registrano la nascita di oltre 3.700 nuove attività con pizza, su più di 18.200 nuove attività di ristorazione (il 20% del totale).
Con il termine «pizza» si intende notoriamente la pizza napoletana, per i motivi storici e culturali di ordine gastronomico che la legano alla civiltà partenopea, recepiti dalla normativa europea; infatti, le prime testimonianze relative all’esistenza della pizza si trovano già nei reperti ritrovati a Pompei ed Ercolano.
La pizza si presenta come un alimento con caratteristiche generali tipiche, originarie delle culture che storicamente si sono affacciate sul bacino del mare Mediterraneo, una grande via di comunicazione e fucina di civiltà. Ma è in una delle capitali del mare Mediterraneo e dell’Europa, cioè Napoli, che la pizza ha trovato la sua patria e il punto di partenza per la sua diffusione in Italia e nel mondo intero.”.
Da “lavoratore fantasma” a “Professionista”
L’ obiettivo di questa legge è di tutelare un «lavoratore fantasma», il pizzaiolo, riconoscendo a esso la qualifica di professionista , restituendogli il prestigio che merita, anche attraverso l’istituzione di un Registro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy . Solo così i pizzaioli potranno diventare ambasciatori dell’Italia e delle sue materie prime nel mondo.
La proposta di legge consta di tre articoli e l’articolo 3, prevede l’avvio dell’iter di revisione dei Codici Ateco, al fine di assegnare uno specifico codice identificativo anche alla professione di pizzaiolo professionista.” La pizza – dichiara l’on. Cerreto, capogruppo in Commissione Agricoltura per Fratelli d’Italia, non è un semplice piatto ma testimonianza del potere della cultura e del cibo nel connettere le persone a livello globale.”