Frattamaggiore: Il PD diviso tra fazioni e personalismi. E’ crisi senza fine. Il dualismo "Del Prete-Russo" che nuoce al PD e alla città

di Gennaro D’Andrea

Sembra essere decisamente “crisi senza fine” quella che vive in queste ore il Partito Democratico a Frattamaggiore. Una crisi profonda, segnata da divisioni interne e rivalità che ne minano palesemente coesione e credibilità.

La gestione politica degli ultimi anni, dominata dalle famiglie Del Prete e Russo, ha contribuito a frammentare l’elettorato, portando il partito in una fase di stallo politico. Nonostante le apparenze di coesione tra i due principali leader, è evidente che la competizione fra loro non sia mai stata del tutto risolta.

La vittoria di Marco Antonio Del Prete al primo turno delle elezioni comunali, ottenuta proprio contro l’ex sindaco Francesco Russo, non è stata sufficiente a sanare le ferite all’interno del PD.

Anzi, la storia sembra ripetersi. Oggi, con Del Prete alla fine del suo secondo mandato e impossibilitato a ricandidarsi, la competizione si è spostata su nuovi fronti. Da una parte, Francesco Russo, leader di una delle fazioni più influenti, dall’altra Nello Rossi, figura politica emergente e consigliere comunale eletto con il sostegno dello stesso Russo nel 2020.

La loro alleanza, nata durante quella campagna elettorale, sembra oggi in fase di deterioramento, con i due schieramenti impegnati in una dimostrazione di forza che non fa altro che alimentare le tensioni interne. Non è più solo una questione di rivalità tra due personalità politiche, ma una vera e propria guerra intestina che coinvolge diverse fazioni, mettendo a rischio l’unità di un partito che, nel tempo, ha rappresentato un baluardo nella politica locale.

Mentre il Partito Democratico sprofonda in una crisi interna, l’incapacità di superare queste divisioni rischia di far perdere definitivamente il suo ruolo centrale nella vita politica di Frattamaggiore. In un contesto di crescente frammentazione, gli elettori rischiano di trovarsi di fronte a un partito che appare sempre più lontano dalle loro esigenze, guidato da dinamiche di potere piuttosto che da una visione collettiva e condivisa per il futuro della città.

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