All’esito dell’articolo pubblicato sul precedente numero intitolato “Le palestre delle scuole saranno controllate e restituite agli alunni, ma alcune associazioni protestano. Nel mirino anche il nuovo centro sportivo. Non bastano Don Maurizio e la Meloni: i negazionisti di sinistra vogliono il ritorno al passato”, siamo stati telefonati dal responsabile della Phoenix e dal Presidente dell’associazione del tennis caivanese che si svolge, da molti anni, sul campo dei frati carmelitani.
Pur senza aver inviato alcuna nota, l’articolo è stato contestato e ci è stato chiesto di “rettificare” alcune considerazioni.
Dal momento che riteniamo di non aver scritto alcuna castroneria, ribadiamo tutti i concetti cercando di chiarirli rispetto alle contestazioni avanzate, solo verbalmente, dai responsabili delle associazioni.
Innanzi tutto, dice il responsabile della Phoenix di non aver mai preteso che le palestre gli venissero date gratis o con un obolo. Ma il capo della pallavolo non sa, o forse non ricorda (ed a tal uopo lo pubblichiamo), che il vicepresidente della sua associazione, Emanuele Emione, nel maggio 2024, sui social ha scritto in un post che riguardava il nuovo centro sportivo: “Alla mia domanda chi lo gestirà/ cosa ne sarà” Mi è stato risposto che le fiamme oro ci faranno corsi di pallavolo e basket a pagamento ovviamente. Adesso quel che mi chiedo è invece di fare questo (giustamente ci vogliono i soldini per mantenere tutta la baracca) perché non si è concepito il bene come una struttura da dare finalmente alle associazioni che lavorano da anni sul territorio per fare attività come si deve e non arrangiati come sempre? Una convenzione, una quota simbolica e via..invece no, si è fatto un lavoro un po’ arronzato…giustamente, i tempi erano stretti”.
Questo lo ha scritto il vicepresidente della Phoenix, per altro tirandosi la zappa sui piedi perché lui stesso scrive che fanno sport in modo arrangiato.
I responsabili della pallavolo, a maggio, erano terrorizzati dal fatto che si aprissero scuole di volley nel centro sportivo. Ciò avrebbe indotto i giovani allievi anche ad iscriversi altrove piuttosto che alla Phoenix.
Ma non è questo il punto. La questione è un’altra.
Alcune associazioni pretendevano che la meravigliosa struttura costata allo Stato (non alle associazioni) oltre dieci milioni di euro venisse affidata a loro.
Un regalo da parte della Meloni.
Soggetti che a prima vista non figurano tra i manager sportivi più importanti d’Italia, avrebbero dovuto gestire, insieme ad altri, una struttura di vari milioni di euro piuttosto che affidarla alla Fiamme Oro, cioè agli atleti della Polizia di Stato ed ai dirigenti della Società Sport e Salute. Non solo.
La Meloni, o meglio il Commissario straordinario Ciciliano avrebbe dovuto dare all’ associazione un campo di Volley in cambio di una “quota simbolica” che noi abbiamo chiamato obolo.
Obolo significa “offerta in danaro di piccola entità” (dalla Treccani). Tra offerta in danaro di piccola entità e quota simbolica non cambia nulla. Il concetto è lo stesso.
Quindi la pretesa era l’affidamento in convenzione di un’opera nuova di zecca per una quota simbolica.
L’odio nei confronti della struttura nasce anche dal fatto che, secondo indiscrezioni, davanti alle tante pretese avanzate a Ciciliano ed alla prosopopea di voler elencare farneticanti errori commessi nella realizzazione della struttura, il Commissario, con eleganza, abbia messo alla porta il vicepresidente della Phoenix con un laconico: “Io non ti devo niente” (vi sono testimoni).
Immaginate uno come Ciciliano, con il suo curriculum, che deve perdere tempo ad ascoltare gente convinta di poter pretendere la gestione della struttura o che protesta per l’anfiteatro di seimila posti.
A Caivano, forse non è stato ben compreso il concetto.
Il centro sportivo, il teatro, le forze di polizia, le strade, la sede della Protezione civile, l’università non sono premi per aver avuto il record di spaccio di droga, per aver violentato due bambine o per essere stati sciolti due volte per camorra.
Sono opere che la Meloni ha voluto realizzare per tentare di recuperare un territorio. Quindi nessuno può avanzare pretese.
Si dice grazie. E basta. A don Maurizio che ha chiamato ed alla Meloni che ha risposto.
Oppure si abbia il coraggio di scendere in piazza per riportare lo spaccio di droga, per far demolire il centro sportivo, per scassare di nuovo le strade e far licenziare i nuovi vigili.
Va detto che Ciciliano ha aperto le porte a tutti, ha avuto una pazienza biblica rispetto alla mole di istanze che non riguardavano nemmeno le sue competenze, ha messo a disposizione la struttura commissariale ed ha sempre detto che vi è modo di adeguare gli impianti alle esigenze.
Il centro sportivo è dinamico, possono essere realizzati altri campi o trasformati quelli esistenti. Invece, si pretendeva di avere in convezione una struttura per una “quota simbolica”.
Ci domandiamo se la Phoenix fa pagare una quota simbolica ai suoi quattrocento iscritti.
Mettiamo pure che Ciciliano usciva pazzo e dava l’intera struttura alle associazioni sul territorio, le stesse avrebbero avuto la forza economica di gestire e manutenere l’impianto?
Ad oggi nella struttura lavorano sessanta persone formate professionalmente, serve la manutenzione quotidiana, la sorveglianza, l’organizzazione. Se le associazioni hanno questa potenza economica perché non realizzano impianti privati o pagano canoni di locazione per fittare strutture sportive?
La risposta è sin troppo semplice, perché pretendono di fare i comunisti con i soldi degli altri. Infatti, pretendono che le palestre delle scuole caivanesi siano usate nel pomeriggio per le loro attività sportive.
La palestra della scuola don Milani sarà oggetto di un’opera di ristrutturazione di 150 mila euro. Ci chiediamo: a fronte dell’impegno di spesa del Comune e quindi di tutti i cittadini, quanto costa invece il canone di locazione pagato dall’associazione di volley?
Soprattutto, considerato che fino ad oggi la pallavolo locale si è svolta nelle palestre, la manutenzione sarà divisa a metà?
Oppure come sempre il Comune fa la palestra e loro vanno di pomeriggio e se si scassa paga sempre Pantalone?
La mattina gli scolari trovano le palestre sporche perché sono state usate e sono usati i bagni. Eppure non risulta che la Phoenix abbia fatto disinfettare le palestre dopo le proprie ore di attività. Mettere a posto è una cosa disinfettare è un’altra.
Le contestazioni delle associazioni sono evidentemente pretestuose. Dicono che il centro sportivo non è stato dato ai caivanesi perché si pagano le attività sportive. Non si capisce perché non si dovrebbe pagare e quale sport in Italia è gratis. Quando c’era la Delphinia i corsi di piscina si pagavano. Poi è stata chiusa e tanti sono andati nei paesi limitrofi a pagare rette più alte. Oggi nel centro Pino Daniele con una retta inferiore si può praticare anche il nuoto.
Quanto alla gratuità dello sport va pure scritto che le altre palestre in cui si pratica la danza, la ginnastica artistica, il body building sono gestite da privati che si accollano il canone, le utenze, le assicurazioni, le pulizie e sono continuamente soggetti a controlli di ogni tipo. Questi della pallavolo credono di essere i figli della gallina bianca. Si accollassero le spese come tutti gli altri e come fa la Boys Caivanese che si allena e gioca fuori città.
Tra l’altro, per le associazioni che aderiscono, esiste un voucher regionale che rimborsa il costo dello sport praticato dagli iscritti sino a seicento euro per i giovani dai 6 ai 16 anni e con un Isee fino a diciassettemila euro. Quindi lo sport (nelle associazioni convenzionate) è gratis per le famiglie con redditi medio bassi.
Un’altra contestazione è stata avanzata rispetto all’agibilità delle palestre, ma è un problema che si devono porre le autorità preposte e non un’associazione di pallavolo. Prima del centro “Pino Daniele” esisteva la Delphinia.Qualcuno ha chiesto di entrare gratis? Di gestirla?
Oggi che è tutto bello e nuovo, soprattutto c’è una gestione manageriale, un ambiente ripulito anche socialmente, pare che la cosa non vada bene ad una minoranza locale. Nessuno però si è mai preoccupato della Boys Caivanese che da decenni emigra sui campi della provincia per praticare lo sport più seguito in Italia ed a Caivano (il calcio).
Nessuno, o pochi, hanno protestato quando l’amministrazione di sinistra, sciolta poi per camorra, ha deciso di radere al suolo lo stadio comunale .
Siamo stati “imputati” dai responsabili delle associazioni di aver politicizzato la questione, ma per convincerci ci hanno inviato una pagina del quotidiano “Il Domani”.
Beh, se il giornale che è pubblicato da Carlo De Benedetti, cioè dalla tessera numero 1 del Partito Democratico doveva convincerci di una cosa, l’ha fatta: la polemica è strumentale.
L’opera del Governo su Caivano è sempre stata criticata dalla sinistra locale ed il Domani che è un giornale di sinistra, ha solo raccolto le contestazioni. Per altro, questo giornale in Italia non se lo legge nessuno.
Il punto però è un altro. Per esempio, tra i frequentatori del circolo del tennis c’è anche l’ex sindaco Mimmo Semplice, uomo di sinistra, da sempre impegnato politicamente sul territorio.
Ci si chiede se il presidente del circolo ha polemizzato oltre che con noi, anche con l’ex sindaco per farsi costruire un campo da tennis.
Per decenni la sinistra ha governato la città, eppure nessuno si è mai lamentato del fatto che non esistessero gli impianti. E nessuno ha detto nulla quando la Delphinia veniva vandalizzata.
Nemmeno è vero che le associazioni locali non possono entrare nel Centro Pino Daniele. Gli è stato solo chiesto di associarsi.
Anche dalle parole dell’ex sindaco Falco, postate a maggio del 2024 sui social, è chiaro che non si vuole far emergere che il centro Pino Daniele, è un’opera straordinaria che sarà il vanto della città.
Caivano è dotato di un centro dove i ragazzi potranno praticare tante discipline sportive con istruttori competenti ed è gestito da una organizzazione che sa fare il proprio mestiere. In questi giorni centinaia di cittadini sono entrati e stanno iscrivendosi ai vari corsi, perchè la retta è relativamente bassa, gli impianti sono nuovi.
C’è uno spiraglio di luce anche se la sinistra, per tornaconti politici di bottega, cerca di oscurarla in ogni modo. La sinistra cerca di sabotare il simbolo del riscatto per riportare Caivano nel baratro.