Il quotidiano on line “Terra Nostra News” (https://www.terranostranews.it/…/comuni-a-rischio…/) lancia la bomba. Insieme ad Arzano, Giugliano, Grumo Nevano e Marano, anche Afragola è un Comune a rischio scioglimento che “tra qualche settimana o mese, potrebbero indurre la prefettura di Napoli a inviare commissioni d’accesso agli atti nei rispettivi municipi”.
Scrive “Terra nostra News”: “Alcuni di questi Comuni, come Afragola, sono già da tempo sotto osservazione”.
E’ una notizia che desta allarme e se non dovesse essere confermata porterebbe il quotidiano innanzi al Tribunale per rispondere di diffamazione aggravata. Al contrario se la notizia dovesse avere fondamento, l’amministrazione Pannone guidata dalla Lega e da Fratelli d’Italia metterebbe in imbarazzo persino il governo Meloni poiché il sottosegretario Pina Castiello è anche vicesindaco del Comune di Afragola come ha dichiarao il consigliere di minoranza Gennaro Giustino.
Nelle mani del Prefetto vi sarebbe una patata bollente che passerà poi nell’ufficio del Ministro dell’Interno Piantedosi.
La notizia è deflagrata creando panico tra gli afragolesi poiché uno scioglimento porterebbe due anni di commissariamento e l’ennesima onta sulla città già spesso tirata in ballo per fatti di camorra.
Il leader dell’opposizione Gennaro Giustino ha commentato la notizia: “Era scontato, per certi aspetti inevitabile dopo gli atti e i fatti che hanno coinvolto e continuano a coinvolgere l’amministrazione e la maggioranza rappresentata da Antonio Pannone sotto la regia di Enzo Nespoli e del Sottosegretario di Stato, vicensindaco ad Afragola, Pina Castiello.
Gli scandali che hanno investito questi soggetti li consociamo tutti, hanno fatto tutto da soli tra lo sconcerto e l’imbarazzo generale. L’opposizione non ha fatto altro che esercitare un ruolo attivo, com’è naturale che sia, sul controllo degli atti ed anche qui abbiamo immediatamente capito quale fosse la direzione intrapresa da questa stagione. D’altronde con quei soggetti, con quella gerarchia, con quelle regole, con quegli obiettivi, era davvero semplice comprendere le dimensioni di una degenerazione che, purtroppo per la città, rischia di trasformarsi in un altro scioglimento per infiltrazioni. Per adesso il rischio si ferma alla commissione d’accesso e all’eventuale scioglimento per camorra. Per molto meno rispetto a quanto accaduto in questi anni ad Afragola, in altre realtà è successo l’irreparabile.
Quando ho spiegato in questi anni, anche rischiando l’isolamento, il pericolo reale di questa stagione, entrando nei contenuti di atti e fatti, quasi mi liquidavano con un sorriso, dimostrando di sentirsi, a tutti i livelli, sbagliando, in una botte di ferro.
La storia non ha insegnato nulla. Solo che questa volta, a differenza persino di quando Nespoli era sindaco, gli scandali si stanno consumando alla luce del sole, tra mediocrità, supponenza, sterile arroganza e incompetenza.
Una degenerazione figlia dell’ignoranza e del bisogno. Meraviglia l’atteggiamento supino e servile di Fratelli D’Italia, partito della Premier Meloni, che si mostra incosciente davanti al rischio di provocare non solo enormi danni alla città, ma anche un danno d’immagine dalle grandi proporzioni al Governo stesso.
Non voglio entrare nei fatti degli altri partiti, ma quando i locali componenti di Fratelli d’Italia hanno deciso di spaccare il centrodestra ponendosi al servizio della frangia più estremista ed inquietante della Lega Nord, si sono assunti una grave responsabilità politica ed amministrativa. Oggi rappresentano una zavorra per Afragola e per la stessa Meloni e dimostrano quanto la destra campana sia ben lontana dall’esprimere una classe dirigente credibile anche innanzi alla sfida delle prossime elezioni regionali.
Possibile che non avvertano il pericolo di rivivere pagine buie che rappresenterebbero, ancora una volta un danno per Afragola, una città ormai in decadenza, in preda al degrado e in piena crisi d’identità? Con una classe politica che si occupa di tutto tranne dei problemi reali di questo sfortunato e martoriato territorio. Si dovrebbero dimettere, liberare la città”.
Nel frattempo si apre un altro capitolo sul PUC.
Le anomalie evidenziate in un Consiglio fiume, dal leader dell’opposizione Gennaro Giustino fonderanno il ricorso al Giudice amministrativo.
“Su tutte c’è la questione delle incompatibilità che coinvolge il Sottosegretario vicesindaco Castiello – ha dichiarato il consigliere. Poi hanno prolungato la Linea 10 fino alla stazione dell’AV imponendo vincoli inesistenti ai proprietari, e non contenti hanno spostato il tracciato della linea dell’alta velocità insieme alle fasce di rispetto.
Ormai non c’è limite al peggio, non so se sia sciatteria, incapacità oppure vi sia il tentativo di favorire qualche altra operazione immobiliare. Di conseguenza, si deve pensare al fatto che il piano depositato all’Ufficio Tecnico per la libera visione il 7/8/2023 secondo quanto previsto dall’art.3, comma 2, del Regolamento 5/2011 fosse sbagliato?
Quindi le osservazioni sono state fatte, discusse ed approvate su una falsa rappresentazione dei luoghi? Sarebbe gravissimo. Anzi è gravissimo e vi sono responsabilità che non possono essere limitate solo a questioni amministrative e disciplinari. Anche perché nel frattempo i valori immobiliari dei suoli sono stati alterati, le aspettative dei cittadini tradite. Adesso occorre ripubblicare il piano e ripartire dall’adozione per rispettare quanto prevede la legge regionale”
Giustino non si nasconde, si assume la responsabilità delle sue pubbliche denunce, ma soprattutto si gioca a “viso aperto” la partita politica contro i poteri forti della città.