L’ultimo Consiglio Comunale certifica il fallimento dell’amministrazione Falco. Lo ammette la stessa maggioranza. Il gruppo Pd perde il consigliere De Lucia che nel suo intervento rappresenta talune circostanze di rilievo penalistico, tant’è che il Sindaco lo invita a depositare un denuncia. Il consigliere Pippo Ponticelli elenca tutti i fallimenti dell’amministrazione in una vera e propria requisitoria citando anche lo scottante caso del Puc: “Nessuno sa nulla”. In pratica, la maggioranza stessa non conosce le scelte per il più importante strumento di sviluppo urbanistico, sociale ed economico dei prossimi decenni. Se nessuno sa nulla, fa intendere il consigliere, significa che le scelte non sono state fatte nelle aule istituzionali, nelle assemblee politiche, nei partiti. Pippo Ponticelli è ormai in aperto dissenso con l’amministrazione. Fu proprio suo il messaggio pubblicato dal quotidiano on line Minformo, nel quale, in via privata, palesemente diceva che una “una costola dell’amministrazione è collusa” e che sarebbe stato pericoloso entrare in quelle faccende.
Dopo Ponticelli è la volta di Del Gaudio che pure non lascia scampo all’amministrazione rimarcando il fallimento e le anomalie sugli appalti, annunciando di uscire dal gruppo di Italia viva che pure perde un consigliere.
Ora è chiaro che con un consigliere in meno Pd ed “Italia viva” hanno un assessore di troppo.
Dalla minoranza arrivano altre bordate. Per Gaetano Ponticelli la maggioranza non esiste più ed il Sindaco bene avrebbe fatto a presentarsi dimissionario in Consiglio. Gaetano Ponticelli denuncia la ingerenza di Mimmo Semplice nell’azione amministrativa e nell’ultima festa di Campiglione definendolo “o Mast e fest”. Semplice, in effetti, subdorando il fallimento di Falco è ritornato a Caivano e sta offuscando per visibilità il Sindaco in carica. Ponticelli frena le ambizioni di Mimmo Semplice: “E’ quello che ha portato la monnezza , che non ha permesso l’insediamento del Centro Campania e della Reggia Outlet in città, che ha determinato il disastro Igica”. Gaetano Ponticelli pone l’accento sulle “Somme urgenze, gli affidamenti diretti, le gare non svolte”. “Ho paura di aprire l’albo pretorio”, dice il consigliere di Forza Italia.
La consigliera Palmiero di Fratelli d’Italia elenca le promesse mancate: “Centro sportivo, cimitero, la manutenzione delle scuole, l’istallazione delle telecamere”. Un doloroso elenco di punti programmatici non rispettati. Ad oggi, la Palmiero è l’unica che è uscita dalla maggioranza rispetto agli altri dissidenti.
Tocca ad Antonio Angelino che, a quel punto, non deve più elencare i fallimenti amministrativi. Lo aveva già fatto la maggioranza. Angelino contesta la carenza totale di confronto politico tra amministrazione e minoranza. La collaborazione auspicata dal Sindaco con una lettera al “Giornale di Caivano” non è stata mai richiesta prima, dice Angelino. E successivamente, il leader di “Caivano Conta” sventa il tentativo del primo cittadino di scaricare il fallimento sui consiglieri e sulle commissioni consiliari che non producono. Angelino su questo va giù duro: “Spesso non partecipo alle commissioni perché non voglio rubare trentacinque euro alla collettività senza fare niente”. Una seduta di commissione costa 245 euro (35 il gettone per 7 membri). Cosa ribadita anche da Del Gaudio.
La denuncia pubblica di Angelino finalmente apre uno squarcio sui soldi buttati al vento dalla classe dirigente locale. E’ un’antica usanza quella di usare le commissioni come un salvadanaio dei consiglieri salvo non portare nulla in Assemblea.
Dal canto suo, il Sindaco registra quelle che chiama “le mazzolate”, arrivate soprattutto dalla sua maggioranza, appare frastornato ed ammette pure il mezzo fallimento della sua amministrazione. Ammette che la crisi è stata risolta in modo farsesco azzerando la giunta e rinominando gli stessi assessori: “Sono i partiti che lo hanno voluto”. Vero, ma ciò certifica la sua debolezza politica. Così come del tutto balzana appare la proposta del primo cittadino di nominare “Una commissione di inchiesta per verificare tutti gli affidamenti dei lavori”. Dunque il Sindaco confessa quello che ormai è sulla bocca di tutti, oltre ad essere sugli organi di stampa: la manutenzione è il pozzo nero dello sperpero di danaro pubblico. Due milioni di euro, dicono in Consiglio, eppure non si vedono miglioramenti. Frazionamenti di lavori, somme urgenze, affidamenti senza mai un appalto serio: tutto questo in spregio al Codice degli appalti ed alle linee guida dell’Anticorruzione. Per il Sindaco serve una commissione di inchiesta per quanto fatto nel settore guidato, fino a poche settimane fa, dall’assessore Peluso di Italia viva. Poi dopo il messaggio di Pippo Ponticelli, il Sindaco si affrettò ad azzerare la giunta ed a revocare la delega ad Italia viva. Falco è stato costretto anche dalla sua maggioranza a distogliere Peluso dalle manutenzioni. Ciò ha fatto pensare ad una gestione poco oculata sulla quale il sindaco stesso stesso chiede che si faccia luce. Ma lo fa nella sede sbagliata perché la commissione di inchiesta composta da tecnici e politici non serve. Altri dovrebbero aprire il libro della manutenzione, ma ora dalle parti di Piazza Plebiscito c’è da organizzare la festa dello scudetto.
Sulla tenuta della maggioranza Enzo Falco sfida i suoi consiglieri. Mette alla prova la dignità dei dissidenti: “Se non avrò la maggioranza sul bilancio andrò a casa tranquillamente”. Non è una scoperta, lo dice la Legge, ma i toni sono quelli della sfida: se hanno il coraggio lo devono bocciare in Aula. Falco li conosce sa bene che nessuno della maggioranza avrà le palle per sfiduciarlo. Fosse anche solo per i trentacinque euro del gettone di presenza.