FRATTAMAGGIORE. Davanti moderati, dietro anarchici, sotto sotto opportunisti: sono gli amministratori frattesi che a mò di camaleonti si mimetizzano cambiano colore, schieramento, idea. Niente destra e niente sinistra, l’ombra scura dei palazzoni confonde i colori. E’ tutto grigio come il cemento.
“Feste, cemento e degrado” è il motto dei governanti frattesi per rabbonire una città in subbuglio.
La festa è stata quella del Santo Patrono, San Sossio.
Il cemento è quello delle colate infinte che stanno togliendo luce, aria e vita alla comunità frattese. Ormai la densità abitativa cresce a dismisura, in pochi chilometri quadrati si abbattono palazzi vecchi con le corti e si ricostruiscono condomini come alveari. Cemento che produce traffico, smog, auto disservizi, invivibilità. Però anche soldi ed elettori. Un circolo vizioso per la città, utile solo agli amministratori locali. Tutti.
E poi c’è la movida. Frattamaggiore è divenuta la citta dello street food, della cucina ricercata, della pizza, delle stick house, della qualità gastronomica. Insomma la nuova tradizione frattese della ristorazione è sicuramente un vanto rispetto al mortorio notturno che si vede nei centri limitrofi.
Lo sforzo degli imprenditori del settore è più che evidente, soprattutto in questo periodo. All’iniziativa privata però non c’è contraltare della organizzazione predisposta dall’amministrazione locale. Così la ricettività della città diviene caos, con zone incontrollate ed esposte al pericolo della infiltrazione della delinquenza che appetisce alle masse giovanili per spacciare.
Dunque il degrado è rappresentato da un’amministrazione imbelle che ha pensato bene (o male) di distrarre la popolazione col concertino del gruppo anarchico dei “99 posse” la band nata nel centro sociale “Officina 99”, uno stabile occupato a Poggioreale.
Quella patronale dovrebbe essere una festa religiosa, votata al culto di un Santo della Chiesa. I 99 posse con la cristianità c’entrano come cavoli a merenda. Anzi sono propugnatori di tante torie in netto contrasto con quelle della Chiesa cattolica. Eppure l’amministrazione ha impegnato diciottomila euro per pagare gente che non fa solo musica, ma che pochi giorni prima si era presentata sul palco con le bandiere delle finte repubbliche indipendenti del Donetsk e Lugansk. Si tratta delle due autoproclamate repubbliche separatiste filorusse in Ucraina non riconosciute dalla comunità internazionale. E’ il nuovo mantra dei 99 Posse, inneggiare alla pace, che fa sempre scena, ma sostenere di fatto con le bandiere sul palco, l’aggressione di Putin all’Ucraina con tutto quello che rappresenta: morte, distruzione, tortura anche di bambini, violenze sulle donne. Ma i 99 Posse sono anche altro, sono i sostenitori di tutte le teorie di una certa sinistra che va a braccetto con gli anarchici: droga libera, reddito a tutti, ma soprattutto scontri con le istituzioni. Anzi con la Polizia. Si sa che i nemici giurati dei centri sociali sono gli agenti di polizia, anche in queste ore, gli anarchici, travestiti da studenti, vicini alla estrema sinistra stanno ingaggiando lo scontro con le forze dell’ordine. Magari distogliendo un numero di agenti dalla lotta alla criminalità organizzata, facendoli spostare altrove ed aprendo un po’ di spazi nei quartieri sorvegliati notte e giorno. A pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina. Ora non resta che capire se a Frattamaggiore la cittadinanza ha gradito che diciottomila euro di soldi pubblici sono stati spesi (ed appaltati a trattativa privata) per il concertino dei 99 Posse che parteggiano per la Russia di Putin.
Resta da capire se pure i fighetti amministratori locali e del Pd frattese in fondo in fondo siano anarcoidi odiatori della polizia. O se semplicemente hanno dato un concerto finto ribelle in pasto ad un po’ di giovani ed attempati sinistrorsi mentre loro nelle stanze del potere invece di passarsi una canna si passavano una licenza edilizia. (g.c.)